giovedì 30 giugno 2011

la troverà una nuova fidanzata?


La voglia di mare che covavamo da mesi ci vede finalmente diretti alla volta dei primi tuffi di questa stagione. Certo abbiamo scelto un bel giorno, quello dei santi patroni, per lasciare la capitale e puntare in massa verso Ostia. La Colombo è tutta una fila che inizia dall’Eur e termina solo in prossimità della rotonda sul mare. Pochi metri e continue frenate: ma quando arriveremo ad Ostia Lido?  Già, la radio! La mettiamo su una stazione che intervalla musiche e notizie. Appena terminato un pezzo di Vasco, ascoltiamo: “Operaio ligure licenziato rapina una banca, si pente e telefona al cassiere per chiedere scusa”. Appena qualche commento sulla difficoltà del momento che passano ad un pezzo di Giorgia. E subito dopo: “Maturi, sì, ma non sanno scrivere. La metà dei temi della maturità sono risultati insufficienti”. “Tanto i nostri ragazzi scriveranno in inglese che è una lingua con poche pretese!”, è il solo commento. Ma cosa pretendiamo da questi ragazzi se il ministro Gelmini, in uno sforzo di memoria, e non è passato poi molto tempo, ricorda di aver scelto un tema su Fogazzaro, Palazzeschi e i crepuscolari. “ Argomento che conoscevo molto bene”, dice lei. Peccato che Fogazzaro non c’entrava nulla coi crepuscolari! Forse voleva dire Corazzini; ma tanto lei è il ministro della Pubblica Istruzione e la possiamo perdonare. Appena termina l’ultimo pezzo di Lorenzo Giovanotti, tanto per allietare il viaggio, trasmettono: “E’ convocato per giovedì pomeriggio il Consiglio dei Ministri che varerà una manovra da 47 miliardi di euro. L’Italia deve centrare il pareggio di bilancio entro il 2014, come concordato in sede Ue”. “Sempre quando siamo  in vacanza fanno queste cose” e…. non c’è il tempo di passare al prossimo brano che siamo arrivati. Appena accomodati sotto l’ombrellone, le donne ostentano il costume appena comprato, mentre i maschietti  fanno sforzi sovrumani per nascondere pance troppo avvezze alle fettuccine di mamma. Qualcuno apre il giornale e tenta di intavolare un discorso sul debito pubblico, ma viene subito freddato dalla signora dell’ombrellone accanto: “Ma come ve và di parlare di queste cose in una giornata così bella!”. Sapete qual è la notizia che non fa dormire noi italiani?  Clooney ha lasciato la Canalis! Ce ne dà la conferma un’altra signora che sfoglia un giornale di gossip: “Si aprono le scommesse per il dopo-Eli!” Legge ad alta voce.  “Per i bookmakers inglesi la favorita è Sandra Bullock, data 3 a 1: tra le papabili anche Pippa Middleton e Lady Gaga”. Questa è l’Italia.
Buona vita!
maestrocastello                          

domenica 26 giugno 2011

Il sole è la legna dei poveri.


L’aumento inarrestabile del prezzo del petrolio, dovuto anche alla recente crisi geopolitica nei Paesi nord-africani e il congelamento del nucleare da parte dei principali Paesi europei, Germania e Italia in testa; spinge i Governi a mettere in atto piani di crescita che puntino esclusivamente su fonti di energia alternativi,quelle rinnovabili per intenderci (il fotovoltaico in espansione, ma anche eolico, idroelettrico, bioenergie). Il settore del solare fotovoltaico sta vivendo negli ultimi anni in Italia una crescita  davvero eccezionale, grazie anche ai cospicui incentivi erogati dal Governo con il sistema “Conto Energia” e grazie alla riduzione mondiale del prezzo dei moduli o pannelli fotovoltaici. Secondo l’Associazione Europea dell’Industria Fotovoltaica, noi italiani siamo secondi solo ai tedeschi per capacità di produrre energia dagli impianti presenti sul nostro territorio. La Puglia e la Lombardia sono le regioni che maggiormente hanno contribuito a raggiungere questo ambizioso risultato. E mentre la Puglia detiene il primato nazionale per di potenza istallata, la Lombardia quello del numero di impianti realizzati presso famiglie e piccole imprese. Un sistema fotovoltaico è un impianto capace di trasformare l’energia solare in energia elettrica, in maniera davvero rispettosa dell’ambiente. Un impianto fotovoltaico consta di tre semplici elementi: i moduli o pannelli fotovoltaici, l’inverter che trasforma corrente continua in corrente alternata e i cavi di collegamento (oltre alla struttura di sostegno, ovviamente). Non avendo parti in movimento, l’impianto è altamente affidabile,  non necessita di alcuna manutenzione e non produce rumori. Il problema nasce, se mai, a fine vita dell’impianto. Che cosa fare di un impianto fotovoltaico, trascorsi i suoi 20-25 anni di vita utile? E’ questa la domanda che pongono i proprietari di tetti e lastricati solari alle aziende d’installazione. L’energia solare è pulita ma quando gli impianti diventano rifiuto, le scorie hanno elevata tossicità e sono costose da smaltire. Bisogna accettare di firmare solo contratti che prevedano anche la dismissione gratuita di un impianto. La foto mostra scenari a cui di frequente assisteremo in futuro, se vogliamo prescindere dalla dipendenza da fonti che mettono in pericolo la nostra salute. Non saranno proprio belli da vedere questi specchi sul tetto di casa, ma dobbiamo metterci in testa che energia significa anche soluzioni sostenibili, in grado di ridurre al minimo le emissioni di CO2, per una maggiore tutela dell'ambiente in cui viviamo. Qualcuno dirà: ”e se il sole non c’è?”. Sentite, a proposito, questo gustoso commento: “Tutto va che è una meraviglia, solo dicembre e gennaio con i giorni corti e spesso grigi sono dei mesi critici e si rimane al buio, a volte. Il resto dell'anno basta bene, c'è corrente da buttar via: questo è il difetto principale dell'impianto stand-alone: Quando ce n’è troppo non si sa che farsene, e quando manca, manca! e ci vorrebbe un generatore o qualcosa di simile; il vantaggio è che si torna alle candele, si passa qualche serata romantica e si va a letto presto”.
Buona vita!
maestrocastello

martedì 14 giugno 2011

Le “forchette rotte”

L’antefatto:  Il 15 maggio scorso, a Madrid, scendevano in piazza gli”indignados”, il movimento di massa spagnolo, per protestare contro il sistema socio-politico-economico di quel Paese che, a loro avviso, non tutela gli interessi dei giovani. Passano appena due settimane e, nella nostra bella Sicilia, si sente parlare di “Forchette rotte”, un movimento democratico, libero, autonomo che pone la questione giovanile al centro della sua azione; questo almeno sostengono i diretti interessati.
Il fatto : Tutto ha inizio il primo di giugno quando, a politici, amministratori comunali, industriali, sindacalisti e docenti universitari palermitani viene recapitata una busta chiusa. Il mittente è anonimo. Al suo interno non ci sono minacce di mafia o pallottole; ma semplicemente una forchetta di plastica spezzata, corredata da questa scritta:”I giovani siciliani si sono rotti. Col nostro futuro non ci mancia più nessuno”. Neanche il tempo di metabolizzare questo singolare atto di ribellione che le forchette rotte sono tornate all’attacco. Questa volta hanno inviato un messaggio di posta elettronica a 90 deputati regionali dell’isola: “Grazie alla legge regionale 104, in Sicilia succede che laureati con 110 e lode a quarant’anni sono ancora senza lavoro e alla Regione, a 40 anni si è già super pensionati. Diciamo basta.”  E’ stata infine indirizzata ai quattro rettori delle università dell’isola questa mail: “I parenti salgono in cattedra e diventano docenti e i talenti prendono la valigia e diventano migranti. A questo modello universitario diciamo basta e ai vertici dell’università siciliana diciamo che ci siamo rotti e che col nostro futuro non ci mangia più nessuno”.  Le “forchette rotte”hanno lanciato l’appuntamento a Palermo per il 25 di giugno.
Riflessioni : A che serve in Sicilia un diploma o una laurea? Il 50% dei giovani è disoccupato. Tra loro anche laureati e specializzati. 700.000 giovani lasciano la Sicilia. Non so quanti l’Italia. Mica è un male locale. Questi giovani vengono cresciuti e formati nelle peggiori condizioni possibili, per essere poi dimenticati e finisce che si perdono per strada. Quanti talenti sprecati, quanti talenti dispersi! Diamo sempre la colpa alla mafia, ma la colpa è anche delle classi antiche e piene di privilegi. Dov’è andato a finire il merito? Siamo nel tremila ed esistono ancora le caste. I ragazzi delle forchette rotte o spezzate che si voglia, denunciano la parentopoli negli atenei, voglio che si dia merito a chi merita veramente. Invece capita che c'è chi a 40 anni ancora si puzza di fame e chi va già in pensione. Molti si chiedono chi stia dietro a questo movimento; io mi chiedo invece cosa ci sia davanti a questi ragazzi, quale siano le prospettive del loro futuro. Le forchette sono in Sicilia e sono dovunque, in Europa e nel mondo; esse non si rassegnano ad una vita precaria e lanciano al mondo questa sfida: Saremo quelli del 25 giugno a Palermo e quelli che ci seguiranno su Internet dal resto del mondo. Chiunque prende una forchetta, la rompe e la consegna a chi si è mangiato il futuro è uno di noi!”

Buona vita! maestrocastello

sabato 11 giugno 2011

Io voto!


Il referendum popolare è uno strumento di democrazia diretta che consente agli elettori di fornire - senza intermediari – il proprio parere o la propria decisione su temi che li riguardano direttamente. Questa tornata elettorale è troppo importante, perché prenderemo decisioni che condizioneranno in un modo o nell’altro la vita nostra e delle generazioni future. Il diritto all’acqua e a vivere in un Paese senza il pericolo delle centrali nucleari non mi sembra cosa di poca importanza. La politica ha cercato fino all’ultimo di far saltare questa consultazione, impedendo la facoltà della gente ad esercitare un  diritto sacrosanto. I principali telegiornali nei giorni scorsi  già avevano fatto confusione sulle date della votazione ed oggi, sabato 11giugno, il tg1delle 13,30 ha perfino invitato i telespettatori, in vista della soleggiata giornata di domani, a fare una “bella gita”. Sappiamo benissimo che sono stati già presi accordi con la Francia per costruire in Italia ben quattro centrali nucleari ed era già pronta una mappa dei probabili siti; ma questi signori hanno fatto i conti senza l’oste! La gente non si farà intimorire da chi fa inviti al non voto, né si farà incantare da quei politici dell’ultima ora che tentano di far propri i referendum a fini propagandistici. I quattro referendum pongono quattro quesiti specifici e per quelli oggi andiamo a votare e non contro questo o quel governo. Ci opponiamo contro chiunque si oppone alla volontà popolare e se questo chiunque coincidesse con l’attuale governo; allora siamo contro l’attuale governo e non per partito preso; ma in quanto vuole costruire quattro centrali nucleari sulle coste italiane, dare la gestione dell’acqua in mano ai privati ed impedire che ministri e primi ministri sfuggano ad un’azione penale. Dalle pagine di questo blog parte l’invito a recarsi a votare. Qualsiasi cosa votate, andate a votare e non delegate il vostro destino ad una manica di privilegiati che si diverte a giocare con la vita degli altri e il vostro motto sia: “ IO VOTO ! ” al mare ci andrete, magari, più tardi.
Buona vita! maestrocastello

giovedì 9 giugno 2011

Saldi di fine stagione.

Sono passati otto anni da quando Silvio Berlusconi che si trovava in Bulgaria chiese ed ottenne l’allontanamento di Biagi e Santoro dalla tivù pubblica. L’operazione è passata alla storia come l’”editto bulgaro”. Poi, tra cause e ricorsi, sappiamo com’è andata. Lunedì scorso, ancora verde di bile per la scoppola rimediata nei ballottaggi, Silvio ha indicato in Michele Santoro uno dei nemici da abbattere. E’ appunto di ieri la notizia che la trasmissione “Annozero” è stata finalmente eliminata. Là dove non era riuscito Mauro Masi, ce l’ha fatta Lorenza Lei . C’è chi lo chiama un divorzio consensuale e chi invece un suicidio in piena regola, da parte della Rai, s’intende. Certo che sarà difficile sostituire una trasmissione che faceva più del 20% di share, con introiti a sei cifre per l’azienda televisiva pubblica che si vedrà costretta ad aumentare il canone del prossimo anno  per risanare gli oltre 300 milioni di deficit. In un altro paese sarebbe stato allontanato chi avesse solo pensato una tale azione suicida e, invece, alla Rai sono iniziati i saldi di fine stagione ed abbiamo  timore di pensare che le epurazioni non si fermeranno a questa soltanto. Purtroppo in Italia le reti televisive pubbliche e quelle concorrenti sono in mano alla stessa persona. Con le tivù personali si curano gli affari di famiglia, quelle di Stato servono per il consenso politico e chi vi si frappone è un uomo morto.  E’ indubbio che senza “Annozero” il servizio pubblico sarà più povero e meno competitivo. “E chi se ne frega!” dirà il solito padano. E noi gli rispondiamo che Il servizio pubblico è realmente pluralista e di qualità solo quando ospita tutte le voci, anche quelle più scomode e di parte; soprattutto quando fanno buoni ascolti e garantiscono ottimi introiti pubblicitari. Vi siete chiesti come mai alle venti di sera, al termine della “Ghigliottina” di Carlo Conti, ci spostiamo in massa sul tg di Mentana? Ma perché si danno notizie senza bavaglio! Sapete che fine hanno fatto brave giornaliste come Tiziana Ferrario, la Busi e tutti coloro che si dissociarono, a suo tempo, dal documento Minzolini?  Tutti spariti! Noi dobbiamo sorbirci Sgarbi, Ferrara e Gianluigi Paragone e loro storcono il naso se va in onda Floris, Fazio e Santoro?  Stiamo parlando della  tv di Stato o  di regime?  Giorgio Vecchiato, direttore di “Famiglia Cristiana” , dice tranquillamente che “Berlusconi ha emesso un nuovo editto bulgaro, Santoro ed “Annozero” sono immediatamente saltati. Non si può sfuggire alla sensazione che sia stato Berlusconi ad averla vinta. Voleva sloggiare l’inimico e ce l’ha fatta”. In tempi in cui l’opposizione di questo governo ha lasciato il cappello sulla sedia per tenere occupato il posto ed è altrove, abbiamo atteso ogni giovedì sera  per sentir parlare finalmente dei problemi reali di questo Paese. I precari della scuola in protesta, la rabbia degli operai del Sulcis o la gente di Lampedusa in rivolta ci hanno dato la misura di quello che stava succedendo. Nascondere la verità e dire che tutto va bene è come nascondere il pattume sotto il tappeto. Prima o poi il fetore salterà fuori!
Buona vita! maestrocastello

domenica 5 giugno 2011

Il sapore di vivere.


L’acceso dibattito di queste settimane intorno al nucleare apre lo spazio a molteplici riflessioni che vanno oltre il problema dell’atomo, del petrolio e delle fonti di energia rinnovabile.  Si pensi solamente al cambiamento del clima che è la vera sfida del ventunesimo secolo. Il carburante fossile ha schiavizzato completamente l’uomo moderno e ci vediamo ormai ridotti a zigzagare tra gli scappamenti di auto in sosta sui marciapiedi e in doppia fila, avvolti sempre più da una cappa di polveri sottili e anidride carbonica. Il petrolio è diventato la nostra sola ossessione con le  trivelle che bucano perfino nei fondi marini. Ci siamo inventati di possedere la formula magica della moderna democrazia che pretendiamo di esportare con la forza delle armi in zone sottosviluppate della Terra, in cambio dei loro pozzi di greggio. A forza di bucare questo mondo, l’abbiamo combinato come  una groviera.  Ci avevano consegnato un giardino e l’abbiamo ridotto in una discarica a cielo aperto. Forse Dio non ci ha mai scacciato dall’Eden e probabilmente la Terra stessa, in origine,  era come un paradiso terrestre, ma sarà stato invece Lui a mollarci al nostro destino, per vedere quanto tempo avremmo impiegato a distruggere ciò che Lui aveva così sapientemente creato e noi non Lo abbiamo deluso.  Nelle società moderne vige  l’idea che la crescita dell’economia di uno Stato sia l’unica possibilità di benessere e che la felicità dei singoli cittadini si misuri solo col prodotto interno lordo.  Niente di più sbagliato! E’ stato ampiamente dimostrato da un economista come Andrea Segrè che “nell’ultimo mezzo secolo, mentre la ricchezza dei paesi occidentali ha continuato a crescere, la famiglia è entrata in crisi e sono drammaticamente diminuite la fiducia negli altri e la fedeltà ai valori comunitari: si sono anzi diffuse vere e proprie malattie sociali come ansia e depressione”. Mentre le risorse sono ridotte al lumicino, sarebbe forse il caso di rivedere le regole della moderna economia, di studiare nuovi sistemi di crescita che impieghino meno risorse e producano maggior benessere. Bisogna percorrere quei settori produttivi che riducano i consumi di energia e l’inquinamento a parità di servizi. Il Pil non deve essere più conteggiato solo in termini di crescita economica; ma deve includere  i reali miglioramenti sociali, come qualità della vita; deve tener conto del miglioramento reale della società che includa parametri come la tutela della salute, la sicurezza sul posto di lavoro,  la facilità d'accesso all'istruzione, lo smaltimento dei rifiuti, l’inquinamento atmosferico e la garanzia del tempo libero. Sarà dura far accettare che termini  come “consumare”  e  “meno” stiano insieme, perché non presuppongono guadagno. Ecco perché vogliono costruirci tante centrali nucleari sotto il culo, così il ciclo produttivo non si ferma e continua ad ingrassare quel solito 20% che non si pone domande, mentre all' 80%  di manovalanza a basso costo  resta solo la speranza di un “gratta e vinci” di consolazione.Il Pil non è tutto nella vita.
Buona vita! maestrocastello