lunedì 23 aprile 2012

Il cerchio della rabbia.

La seconda Repubblica era nata come un soggetto nuovo che avrebbe riscattato gli errori della prima, ma è stata anche peggio. La corruzione ha continuato a dilagare in politica, uomini pubblici hanno seguitato a fare affari coi malavitosi e le varie mafie si sono inserite nel tessuto sociale dell’intero Paese, condizionandone le scelte. Abbiamo avuto tanti partiti personali, quello di Berlusconi, quello di Bossi, quello di Di Pietro; tutti “ad personam” che hanno fatto poco l’interesse della gente e più quello di singole persone. La moralità è divenuta un optional ed ha permesso a tanti onorevoli indagati di evitare quel carcere che da privati cittadini avrebbero sicuramente guadagnato. I nostri politici di spicco ci hanno fatto perdere la faccia di fronte al mondo intero ed il senso morale pubblico è sceso sotto la suola delle scarpe.  A forza di proclami e di promesse e con l’illusione che andava tutto bene; siamo finiti con la cacca fino al collo. Le ruberie scoperte nelle scorse settimane hanno solo dato il colpo di grazia  ad una classe politica già traballante, trasformista ed irresponsabile che nel momento attuale che richiede  a tutti sacrifici, non è stata capace di rinunciare ad un solo privilegio. A nulla era servito fare un referendum per smettere di finanziare i partiti, così hanno approvato leggi per prelevare soldi pubblici da destinare a loro stessi, quale rimborso elettorale e senza alcun controllo. Avevamo dei sospetti, ma solo oggi scopriamo realmente che tutti quei milioni servivano per viaggi e vacanze di politi e loro familiari, spese per protesi dentarie, auto di lusso, case, gioielli, lingotti d’oro. Quelle ramazze padane che pretendono pulizia in un partito che aveva la pretesa di essere pulito e intransigente, ci dimostrano invece che sono tutti un magna magna; a Roma si dice che “il più pulito ci'à la rogna”. Non condivido le idee dei padani, ma capisco la loro delusione verso i loro capi, su cui avevano riposto la fiducia, delusione che è anche la nostra, di tutti quelli che coi loro soldi hanno foraggiato la politica e si aspettavano un ritorno in buone leggi e buone opere e un rendiconto preciso e documentato. Bossi non può dire che “erano soldi nostri e potevamo anche buttarli dalla finestra”. L’episodio dei tifosi del Genova che hanno preteso che i propri giocatori, domenica a Marassi, si togliessero la maglietta perché non la stavano onorando; mi ha fatto pensare che ci sarebbe da fare la stessa cosa, fuori da Montecitorio, ai nostri politici: farsi restituire il tesserino di parlamentare, per "indegnità". Il momento è davvero brutto; Monti che continua a spremerci come un tubetto di dentifricio giunto alla fine e minimizza sulle persone che hanno deciso di farla finita, ricordando che in Grecia le persone che si sono uccise per la crisi sono state 1725, molte più che da noi. Come se avessimo lo spread dei suicidi più basso. I partiti che sentono puzza di bruciato, si sono messi di traverso  e non lasciano lavorare il premier come nella prima fase, per farsi belli agli occhi dei loro iscritti. Lo scontento generale verso la politica  ha convinti i partiti a rifarsi il trucco e cosi, tra qualche mese, nasceranno partiti con nomi diversi e con le facce sempre le stesse, pronti a chiederci il voto nel duemilatredici con false promesse. Democratici o repubblicani, laburisti o conservatori, gli altri hanno hanno solo due partiti che si alternano ogni 7/8 anni con uomini sempre diversi; da noi i partiti nascono come funghi, ma le facce sono quelle di sempre.La cosa peggiore è che ora s’è diffuso nel Paese un senso di paura e più nessuno ci rassicura che, facendo sacrifici oggi, possiamo avere un domani migliore.Speriamo bene!
Buona vita!
maestrocastello 

giovedì 19 aprile 2012

Il Paese dei Minchioni.


Ragazzi qui vedo aria di Caporetto della politica, questi squallidi figuri ora fanno fatica pure in quello in cui erano i più bravi, il politichese, nelle varie trasmissioni a cui sono costretti a presenziare, perché  nel 2013 ci saranno le elezioni; essi sono puntualmente sbugiardati dalle marachelle dei loro colleghi più maldestri che giornalmente si fanno pizzicare con le mani nella cassetta delle elemosine. C’è chi “ammette e si dimette” e chi si fa scudo della propria “impunità” di parlamentare. Ci sono ladri della Lega e della Margherita, del PDL e del PD senza elle, di Rifondazione; insomma non si salva più nessuno.  Euro a palate finiti alle mignotte o imbarcati oltreconfine, lingotti d’oro, smeraldi, viaggi a sbafo, auto di lusso, soldi sottratti alla gente e regalati ai partiti sotto forma di rimborso elettorale. Siccome hanno paura che non se li cagherà più nessuno UDC, PDL e PD (senza la elle) sparano frasi fatte sull’antipolitica e così la gente oltre al danno di essere stata raggirata, deve beccarsi pure la morale da questi Giuda incravattati.  Alcuni lamentano che col governo tecnico sia morta la democrazia e vien da domandarsi se c’è mai stata vera libertà coi governi precedenti; la libertà di rubare, quella sì che c’è stata sempre e la verità sta venendo a galla solo adesso. Qui voleranno teste e loro già lo sanno, temono di perdere il controllo delle operazioni, di non poter più disporre di giornali e di televisioni, temono la perdita di ogni privilegio connesso all’ingresso in Parlamento. L’elettorato è fatto di persone che ad un certo punto dice:”basta!” Non abbiamo paura di star peggio di come stiamo adesso, sia quelli più anziani come me che hanno portato il cappotto rovesciato ed hanno mangiato zuppa fatta con le erbette raccolte nei prati fuori porta, sia i giovani dal futuro incerto. Mi dite cosa ce ne facciamo di  politici collusi e corrotti  che in pochi anni hanno indebitato il Paese in modo spaventoso, si sono fottuti i nostri risparmi di una vita ed il futuro dei nostri figli, si sono adoperati per mandarci in pensione a 67 anni; mentre loro acquisiscono il diritto che hanno appena cinquant’anni? Come possiamo aver fiducia di gente cinica come questa che si tiene stretti i propri privilegi, alla faccia del popolo che risparmia pure sul mangiare? Tantissimi (36%) già pensano che non andranno a votare, per non finanziare più i partiti coi rimborsi, ma se vogliamo mandarli tutti a casa; questo è possibile con l’unica arma che ci resta: il voto. Quello che più temo dei politici sono le promesse che lusingano i “minchioni” (e in Italia siamo tanti) che abbiamo la memoria corta e che tra un anno avremo messo tutto alle spalle e saremo impegnati a votare nuovamente UDC, PDL e PD senza la elle.
Buona vita!
maestrocastello
Post Scriptum.  A proposito di privilegi che Monti non ha potuto toccare, allego una gustosa composizione di un amico sul tema privilegi dei politici che rende bene l’idea affrontata nel post.
Il Paese dei Minchioni
E stamo sempre ar paese dei Minchioni,
indove se discute ar Parlamento
se chi è arrivato lì dalla Bocconi
je po’ tajà de un po’ l’emolumento.
“Nun se po’ fa, qui c’è l’autonomia,
qui Camera e  Senato sò sovrani,
e nun se po’ permette chicchessia
sui sordi  nostri de mettece le mani!”
“Li sacrifici? Li faccia er popolino…
Nun c’è la copertura sulle spese?
Mettemo n’artra tassa sopra er vino
oppure l’ICI pure sulle chiese!”
Sentenno sti discorsi e sta proposta
Un cittadino strillò contro er palazzo:
“Chi ve credete d’esse? “ L a risposta?
“Noi semo noi…e voi nun sete un cazzo!”

                                                             (Pasquino 38)




lunedì 16 aprile 2012

Amo quel tuo sorriso.....


T’amo senza sapere come….
“T’amo senza  sapere come, né quando né dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno”
Pablo Neruda
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Amo quel tuo sorriso che accende il sole alle mie giornate buie,
amo la tua voce che dà coraggio anche ai pensieri  tristi,
amo quel camminarci accanto, mentre la gente ci saluta,
amo l' ardire  e le tue continue meraviglie,
amo che si legga dal mio sguardo che sono innamorato perso,
amo le nostre differenze che si tengono la mano,
amo quel raccontarci gli acciacchi al mattino,
amo che ti amo da oltre quarant’anni
ed amo se potrò farlo per quarant’anni ancora.
Buon compleanno, amore mio!

il nostro futuro “gratta e vinci”.

Vinci Spesso, Gioca Adesso!
Capita sempre più spesso che una tranquilla famiglia italiana sia riunita davanti alla televisione a guardarsi il  programma preferito  e venga continuamente interrotta da una pubblicità ingannevole che invita la gente a giocare, giocare d’azzardo! Sono presenti  ovviamente anche i minori ad ascoltare quelle false lusinghe. Mi chiedo, di grazia,  se sia giusto incentivare il vizio del gioco e proprio da parte dello Stato. Quella dei giochi e lotterie è una delle principali voci d’entrata del fisco italiano di questi ultimi anni, una specie di tassa occulta sui poveri e proprio in un momento molto delicato in cui lo Stato dovrebbe tutelare i propri cittadini, resi vulnerabili dalle difficoltà economiche e cosa fa, invece? Con il miraggio di vincite facili, li espone ad uno dei rischi più insidiosi, la dipendenza da gioco con tutto quello che ne consegue. Davanti alle macchinette vanno in fumo stipendi, pensioni e, a volte, intere fortune. Non mi pare uno splendido esempio di moralità pubblica e mi fa ulteriormente imbestialire quella voce finale che ammonisce: “Gioca il giusto!”.  Ma chi la stabilisce quel è la misura del giusto? In effetti non la conosce  nessuno, è relativa da persona a persona e dipende dalle condizioni psicologiche di ognuno;  tant’è vero che sono 800 mila i malati delle macchinette mangia soldi e ammontano a 70 mila gli italiani affetti da dipendenza da gioco d’azzardo (ludopatia). In Italia lo scorso anno sono stati spesi 76 miliardi di euro in “gratta e vinci”, videopoker, slot machines, lotto, lotterie  e scommesse varie. Una volta ti giocavi quattro colonne di una schedina o i numeri che avevi ricevuto in sogno da tua nonna e stavi a posto; perché puntavi maggiori chances sulle tue capacità personali e professionali; ora  che siamo in tempi dominati da insicurezza e paura è fatale che i tentativi di affidarsi alla botta di fortuna aumentino. Da una classifica stilata da A.GI.CO.S. (Azienda Giornalistica Concorsi e Scommesse), proprio le province più povere risultano le più dispendiose nell’acquisto “pro capite” di “gratta e vinci” e sono tutte al Sud. Una volta ho acquistato anch’io il mio bravo “gratta e vinci” da 2 euro, pensando che sarebbe stato l’unico, anche se avessi vinto. Dopo averlo grattato, mi accorsi di aver vinto proprio 2 euro e corsi dal rivenditore per incassare la vincita. Lui mi disse che non mi poteva pagare, ma darmi un altro biglietto da 2 euro che dovetti accettare e che, naturalmente, non risultò vincente. Ai tempi del duce nel “paniere”, assieme ad un’altra decina di prodotti, figurava l’olio di ricino che alleggeriva parecchio; al primo posto del paniere di oggi, che comprende ben 1398 prodotti di consumo, figura il gioco delle “lotterie istantanee”che non s’ingurgita; ma alleggerisce lo stesso.
Buona vita!
maestrocastello

venerdì 13 aprile 2012

O mia patria, sì bella e perduta!


I fatti o misfatti della politica accaduti in questi giorni, anche se occupano le pagine di ogni  giornale e telegiornale, meritano quantomeno una nostra riflessione. Partiamo da Renzino Bossi che è stato appena colto con le dita nel barattolo della marmellata. Dobbiamo ringraziarlo questo rampollo padano perché, essendo un trota, ha alzato il sipario sui retroscena di famiglia. Crozza sulla sua elezione ebbe a dire :”E’ la conferma che per un trota ci sono diecimila tonni”, si riferiva evidentemente a chi l’aveva votato. Grazie anche a lui s'è scoperto che fine fanno i milioni di euro che lo Stato Italiano corrisponde ai partiti come finanziamento-rimborso per le spese elettorali. Renzo è anche la conferma che in Italia l’Università non serve a molto, basta riuscire a compilare i moduli per candidarsi nel consiglio nazionale della Padania, cioè in quello regionale della Lombardia ed insediarsi a 12 mila euro al mese, quando un ricercatore di staminali non arriva nemmeno a mille. L’avete visto tutti prendere dalle mani del suo autista mazzette di banconote da cento euro, come fosse un bancomat? Quelli erano soldi levati alla gente e dati ai partiti! Francamente vorrei vederlo senza la macchina di papà, a lavorare in un call center per 850 euro al mese, fare i turni di notte, portarsi un panino col prosciutto cotto e bottiglietta di acqua minerale  e vedere come cazzo fa, quando son finiti i soldi, ad arrivare al 30 di ogni mese; come succede a tanti altri ragazzi della sua stessa età. Stiamo assistendo ad una vera farsa:  mentre i professoroni della Bocconi stanno facendo la quadratura del cerchio mettendo mano dalle tasche di soli impiegati e pensionati; i politici si stanno dimostrando gente inaffidabile. Se non riescono a gestire i bilanci di un partito, come faranno a governare uno Stato come l’Italia, dato che applicando lo stesso sciagurato metodo,  incaricherebbero come ministro del tesoro un Arsenio Lupin del tipo Lusi o Belsito, guardandosi bene poi dal controllarne l’operato e provocando ovviamente un disastro economico di enormi proporzioni. Lo spread è l’arma silenziosa che colonizza tutti coloro che sono critici dell’ideologia liberale incontrollata. La gente muore di crisi economica, muore nel proprio paese, muore nelle proprie case, muore di indifferenza, muore di ignoranza, muore di morti bianche e di suicidi e questi continuano a rubare i nostri soldi sottoforma di rimborsi. Questi sono in attesa di  richiederci il voto che significa poltrone, significa rimborsi elettorali milionari e significa, ancora una volta, che saranno loro a decidere del futuro dei nostri figli, come hanno fatto col nostro e ci faranno, ancora una volta, ritrovare col culo per terra. Una cosa, però, questi signori ce l’hanno insegnata: Se  avete messo da parte dei risparmi, non portateli alle banche italiane; è più conveniente, investirli in Tanzania. O mia patria sì bella e perduta!
Buona vita!
maestrocastello

sabato 7 aprile 2012

Buona Pasqua!





Buona Pasqua
a quelli che ancora sognano
seppure a metà prezzo,
a quelli che serbano intatta
la magia di sopravvivere.
Buona Pasqua
agli imprenditori di fantasia,
a chi ha lo sguardo basso, 
ma il cuore alto di fiducia.
Buona Pasqua
a chi non s'è ancora arreso,
a chi s'è incamminato
per una strada lunga
fatta di buone attese;
ma non da tutti condivisa.
Buona Pasqua
a chi s'è prodigato in una nave
persa in fondo al mare,
alla ricerca vana 
di residui passeggeri.
Buona Pasqua di Resurrezione
per chi vive nella sofferenza
e nella disperazione,
per chi insegue un posto di lavoro,
per chi ha ancora voglia
di guardare al futuro con speranza,
a chi s'illude, come me, 
che, prima o poi,
arriveranno i nostri!


(di maestrocastello 7 aprile 2012




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

mercoledì 4 aprile 2012

"Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me"


Lavare i piedi :  In Oriente, dove si viaggiava a piedi scalzi o con i sandali, al rientro in casa era necessario lavarsi  i piedi per togliere la sabbia  e la polvere. Era un gesto di cortesia e di accoglienza che il padrone di casa offriva sempre all’ospite. Il servizio era però talmente umiliante che non si poteva  imporlo neanche ad uno schiavo ebreo. Gesù compie il gesto di uno schiavo per amore dei suoi amici.
I vari significati del Giovedì Santo :  Ai vespri del Giovedì Santo si spogliano gli altari che raffigurano il corpo del Signore allorché fu spogliato e ridotto male dai soldati o, veramente, perché fu abbandonato dai discepoli che nella Scrittura Sacra sono chiamati “vestimenta di Dio”. Questa giornata segna la data del testamento spirituale, non scritto, che Gesù volle fare agli Apostoli, sapendo che li stava per lasciare. Dopo che si fu alzato dalla cena, il Signore versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Questo esempio lasciò loro. “Intendete quello che ho fatto a voi, io Signore e Maestro?” e disse poi “Vi ho dato l’esempio, affinché anche voi facciate ugualmente”. Uno di loro gli disse: ” Signore, che Voi a me lavate i piedi? ” . Lui rispose “ Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me”. Gesù con quel gesto intendeva raccomandare loro la pratica dell’umiltà. E’ questa appunto una grande lezione di umiltà che insegna come dovrebbe essere il carattere di un cristiano. Le ricorrenze possono rappresentare un’occasione per guadarci nel profondo, se solo tralasciamo l’aspetto coreografico della Pasqua. Cristo non è morto una sola volta; ma ri-muore ogni volta per la presunzione della gente, per l’aridità di chi non tende una mano ad un fratello, per l’egoismo di chi bada a interessi personali più che ai problemi della collettività pur avendone il mandato. “Esempio vi ho dato, affinchè lo stesso anche voi facciate. Se io, Signore e maestro vostro, vi ho lavato i piedi; quanto più dovete l’un l’altro lavarvi i piedi?”. 
Tutti quelli che si dicono cristiani, oggi, si lavano ancora i piedi l’un l’altro?
 Buona vita!
maestrocastello.