lunedì 4 febbraio 2019

Lu Cupu Cupu


Il Carnevale (Carnuuèle) è alle porte e rappresenta un momento di gioia per grandi e piccini. In ogni parte del Paese si dà la propria impostazione a questa festa, per regalare una tinta di allegria ad una città o paesino che sia e dare così seguito ad una tradizione che si perde nella notte dei tempi.  
Fanno la loro comparsa maschere le più strane create dalla fantasia della gente , carri allegorici a tema ed anche strumenti musicali della tradizione come il “Putì Putì”, che altro non sarebbe che la “Caccavella”.
La caccavella si ritrova infatti in molte zone del sud Italia con caratteristiche simili, ma con nomi diversi come: Cupa Cupa, Cupi Cupi, Bufù, Puti Puti. A Sant’Agata di Puglia la chiamiamo “CUPU CUPU” per via del suono che caratteristico di questo strumento e questo nome viene ripetuto più volte nella canzoncina santagatese  che intoniamo per tradizione durante il Carnevale, dal titolo appunto, “Lu cupu cupu”.
Quanti carnevali da bambini a cui partecipava tutto il paese. Le maschere dei bambini erano immancabilmente i vestiti dei genitori e ciò già bastava a farci ridere, se poi aggiungiamo che ci tingevamo la faccia col lucido da scarpe; il lavoro era completo. Allora ci davano una mano il negozietto re Ze Fiurina e l’emporio di Gerardo Sanità che vendevano semplici maschere da indiano, di cartone leggero, tenute da un elastico che facilmente si strappava.
I più bei carnevali li organizzava Filomeno Morese, il custode del cimitero; meglio conosciuto come “ Belluòtte “. Si trattava di un vero e proprio funerale, col fantoccio di carnuuèle muòrte nella bara e tanto di accompagnamento di gente che piangeva; solitamente erano tutti i suoi familiari.Tutto il paese a curiosare e ridere.
Flumanucce, personaggio indimenticabile a Sant’Agata, quanto ci ha fatto divertire!

Lu cupe . . . cupe
Agge cantéte sòpe a na finestra
lu cupe cupe - vòle la menestra;
Aggi cantète sòpa a na cucina
lu cupe cupe - vòle la furcina;
Ave ritte zi Andreia
scème a Foggia a tréia a tréia
Ave ritte zi Filèse
me rè nu poche re chèse;
Ave ritte Taresucce
me rè nu buccherucce;
Canta la gallina e còtela li rine
pe dé la bona sera a re signurine;
Canta lu galle e còtola la còre
pe lassé la bona sera a stì signùre.


Buona Vita!

maestrocastello