lunedì 12 luglio 2010

Capire le ragioni degli altri.


L’avaro del paese cadde nelle acque del lago.
"Aiuto! Aiuto! Non so nuotare", gridava a squarciagola annaspando nell’acqua.
I paesani accorsero a salvarlo.

Uno gli urlò: "Dammi il braccio, che ti tiro fuori!".
Un altro gridò: "Dammi la mano, che ti salvo!".
Un altro gridò: "Dammi il dito, che ti afferro!".

Ma l’avaro non dava proprio un bel nulla: né braccio, né mano, né dito.
E veniva sempre più inghiottito dalle acque.

Allora un altro gli disse: "Prendi la mia mano, che ti porto in salvo".
Immediatamente l’avaro afferrò la mano dell’uomo. E così fu salvato.
Morale:
"Il saggio parla secondo la capacità di comprensione dell'uomo che vuole portare in salvo".
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Per la riflessione.
La comunicazione è dialogo e senza dialogo la società non funziona. Solo attraverso il dialogo ci può essere un confronto con gli altri e l’uomo ha estremo bisogno di dialogo e di confrontotarsi con i suoi simili per potenziare il suo essere. Attraverso il dialogo si possono comunicare le proprie opinioni, ma soprattutto si ha la possibilità di capire la ragione degli altri e questo dovrebbe essere una ragione di vita. Solo una persona ottusa può pensare di essere sempre nella ragione, bastevole a se stessa e poter fare a meno di tutti gli altri. Non bisogna considerare il nostro interlocutore come un amico quando la pensa esattamente come noi e vederlo come un nemico quando esprime idee diverse dalle nostre. Se la pensassimo tutti allo stesso modo, il mondo non sarebbe piatto? Invece solo in una situazione in cui c’è una diversità di vedute può esservi crescita. Le leggi della fisica ci insegnano infatti che da poli opposti scaturisce la corrente elettrica che illumina la nostra casa. Certo che in un mondo individualista come il nostro non sembra possibile quel libero slancio d’amore che rende l’uomo capace di limitare il proprio essere per esaltare l’altro! Questo è capire le ragioni degli altri; altrimenti l’avaro dell’adagio lo faremmo affogare mille volte. Voi direte:"Ma io non condivido gli avari!" - Benissimo, ma non per questo lo lascio affogare! Sto salvando l'uomo non l'avaro che è dentro di lui; e per trarlo in salvo utilizzerò le armi più congeniali per lui: fargli credere che ci sta guadagnando qualcosa. E' un pò come facciamo coi bambini: mettiamo in atto mille raggiri, pur di riuscire a fargli mangiare quella pietanza sgradita che è necessaria alla sua crescita. E' tutta una questione di slanci d'amore che ritengo siano decisamente possibili, quegli atti di altruismo che induconoo a dire all’altro:”Prendi la mia mano che ti porto in salvo!”. Anche se poi ad uno slancio d’amore, seguono dieci nostri momenti di completo egoismo. Tutto sta nel ridurre i margini del nostro egoismo, pensando che aiutando un altro, stiamo anche aiutando noi stesssi.
Buona vita!
maestrocastello.

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