giovedì 11 luglio 2013

Non c’è più religione!

Solo chi non si sente con la coscienza a posto ha potuto sollevare obiezioni all’omelia di Papa Francesco, durante la messa al campo sportivo di Lampedusa di qualche giorno fa; pensando bene di riaffermare la laicità dello Stato e l’autonomia del governo dalla Chiesa . Non è il solo, questo onorevole,  che ha letto male il Vangelo, sempre che lo abbia letto almeno una volta. Il buon samaritano è ancora a terra disteso e nessuno l’aiuta. Viva la faccia del leghista Boso; “Sono contento se un barcone affonda!”, almeno non è ipocrita come tanti vecchi tromboni della politica che utilizzano la Chiesa come un franchising da cui prendere ciò che piace e criticare ciò che è utile; lui è razzista e lo dice chiaramente. Ma cosa ha detto poi di tanto strano Papa Bergoglio?,  se non che dobbiamo evitare di lasciar fuori dalle nostre azioni il rispetto per l’altro  e che ci aspettiamo dalla politica un impegno serio per garantire la tutela dei diritti umani, prioritari per uno Stato degno di questo nome. In quel mare sono morte venticinquemila persone in appena vent’anni e “nessuno si sente responsabile di questo – ha detto il Papa – abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna… la cultura del benessere ci porta a pensare solo a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, porta alla globalizzazione dell’indifferenza”. Fa un po’ ridere il tentativo di questi politici che vorrebbero scrollarsi delle responsabilità che pure gli appartengono. Prendessero esempio, questi signori, da Papa Francesco che per girare l’sola  si è mosso su una campagnola offerta da un turista isolano e al banchetto sontuoso preparato apposta per lui, ha preferito consumare un panino con la gente del posto.  I governi devono mettersi in testa che non si può globalizzare solo l’economia e mai i diritti. Papa Francesco ci suggerisce un impegno di vita personale, ma anche di scelta politica e di governo che s’impegni a lavorare per una globalizzazione più umana e solidale. Non si può accettare un mondo in cui ci siano persone che non meritino rispetto e accoglienza. La politica non può pensare solo al PIL e dimenticarsi delle persone. Confondere immigrazione, rifugiati e criminalità è un classico e serve da scusa per una politica “cattivista” che ha fallito su tutti i fronti, dimenticando il proprio compito a tutela dei diritti umani. Per chi non l’avesse capito, il Papa non ce l’aveva con i singoli cittadini italiani che sono accoglienti: vedi i gesti di solidarietà verso gli immigrati degli stessi lampedusani o siciliani o pugliesi; ma il discorso è rivolto all’Europa che ha sempre trattato il fenomeno migratorio con un approccio alla sicurezza pubblica, lasciando sola l’Italia e inducendola a blindare le frontiere. E’ un atteggiamento antistorico. Il processo migratorio è un processo più ampio di libertà di movimento e di contaminazione che si sta affermando per le merci, per i capitali e anche per le persone. Il fenomeno migratorio è un processo che riguarda la lotta alla povertà,, un fenomeno di tipo economico, sociale, di parità di diritti e di libertà individuali. Dobbiamo pretendere dai nostri governi una politica globale che riconosca il diritto dei cittadini a vivere nel mondo. Ve la immaginate una pulce che dicesse all’altra pulce: “Ehi, questo cane è mio!”.

Buona vita!
maestrocastello