Solo chi non si sente con la coscienza
a posto ha potuto sollevare obiezioni all’omelia di Papa Francesco, durante la
messa al campo sportivo di Lampedusa di qualche giorno fa; pensando bene di
riaffermare la laicità dello Stato e l’autonomia del governo dalla Chiesa . Non
è il solo, questo onorevole, che ha
letto male il Vangelo, sempre che lo abbia letto almeno una volta. Il buon
samaritano è ancora a terra disteso e nessuno l’aiuta. Viva la faccia del
leghista Boso; “Sono contento se un barcone affonda!”, almeno non è ipocrita
come tanti vecchi tromboni della politica che utilizzano la Chiesa come un
franchising da cui prendere ciò che piace e criticare ciò che è utile; lui è
razzista e lo dice chiaramente. Ma cosa ha detto poi di tanto strano Papa
Bergoglio?, se non che dobbiamo evitare
di lasciar fuori dalle nostre azioni il rispetto per l’altro e che ci aspettiamo dalla politica un impegno
serio per garantire la tutela dei diritti umani, prioritari per uno Stato degno
di questo nome. In quel mare sono morte venticinquemila persone in appena vent’anni
e “nessuno si sente responsabile di questo – ha detto il Papa – abbiamo perso
il senso della responsabilità fraterna… la cultura del benessere ci porta a
pensare solo a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, porta
alla globalizzazione dell’indifferenza”. Fa un po’ ridere il tentativo di
questi politici che vorrebbero scrollarsi delle responsabilità che pure gli
appartengono. Prendessero esempio, questi signori, da Papa Francesco che per
girare l’sola si è mosso su una
campagnola offerta da un turista isolano e al banchetto sontuoso preparato
apposta per lui, ha preferito consumare un panino con la gente del posto. I
governi devono mettersi in testa che non si può globalizzare solo l’economia e
mai i diritti. Papa Francesco ci suggerisce un impegno di vita personale, ma
anche di scelta politica e di governo che s’impegni a lavorare per una
globalizzazione più umana e solidale. Non si può accettare un mondo in cui ci
siano persone che non meritino rispetto e accoglienza. La politica non può
pensare solo al PIL e dimenticarsi delle persone. Confondere immigrazione,
rifugiati e criminalità è un classico e serve da scusa per una politica
“cattivista” che ha fallito su tutti i fronti, dimenticando il proprio compito
a tutela dei diritti umani. Per chi non l’avesse capito, il Papa non ce l’aveva
con i singoli cittadini italiani che sono accoglienti: vedi i gesti di
solidarietà verso gli immigrati degli stessi lampedusani o siciliani o
pugliesi; ma il discorso è rivolto all’Europa che ha sempre trattato il
fenomeno migratorio con un approccio alla sicurezza pubblica, lasciando sola
l’Italia e inducendola a blindare le frontiere. E’ un atteggiamento
antistorico. Il processo migratorio è un processo più ampio di libertà di
movimento e di contaminazione che si sta affermando per le merci, per i
capitali e anche per le persone. Il fenomeno migratorio è un processo che
riguarda la lotta alla povertà,, un fenomeno di tipo economico, sociale, di
parità di diritti e di libertà individuali. Dobbiamo pretendere dai nostri
governi una politica globale che riconosca il diritto dei cittadini a vivere
nel mondo. Ve la immaginate una pulce che dicesse all’altra pulce: “Ehi, questo
cane è mio!”.
Buona vita!
maestrocastello
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