Nemmeno il salotto buono di Vespa ha salvato, questa volta, Silvio Berlusconi, colui che osa paragonarsi a Leonardo da Vinci e che si riconosce come unici difetti l´eccesso di bontà, gentilezza, disponibilità, eleganza, genio, coraggio, forza, impegno e generosità e che rivela di ricevere «duemila lettere di ammiratori al giorno»; proprio come una diva di Hollywood. Questa seconda tornata elettorale ha segnato per lui una vera e propria debacle e le ingiurie contro l’avversario politico si sono rivelate un boomerang. “Chi vota a sinistra è senza cervello” oppure “quelli di sinistra non si lavano”, “abbiamo quasi una dittatura dei giudici della sinistra” e farneticazioni del genere sono la dimostrazione che l’offesa come arma politica non paga. Ha voglia Giorgio Napolitano a predicare di abbassare i toni che tanto viene sempre fuori l’istinto del Caimano, il suo assalto maligno che cerca di ribaltare situazioni ormai compromesse. E quando un populista che puntava tutto sul grande consenso si accorge di perdere credito, che fa? Insulta il popolo! Berlusconi, a mio avviso, ha commesso il medesimo errore dei suoi avversari; ha usato l’arma del discredito e non quella della proposta politica, necessaria a tirar fuori il Paese dalla crisi. Se in un Paese come il nostro, l’astensionismo è arrivato al 30 per cento, resta un settanta per cento che va a votare e la maggioranza, a questo punto, è poco più del 35 per cento. Già non potresti dire che hai la maggioranza degli italiani, ma quando perdi anche quella; vuol dire che sei alla frutta! Ma Silvio è un duro, lui va avanti comunque sulla strada delle riforme “su misura” e non si accorge che ha contribuito ad una crescita della Lega Nord spropositata che ora non riesce più a controllare. Si sta soltanto creando una trincea per resistere più a lungo possibile al governo, ai suoi affari, circondato da una maggioranza di ricattatori e ricattati. Questa sconfitta è tanto più grave, perché rimediata da un’opposizione praticamente inesistente, che riesce solo a fare il solletico e non affonda mai il colpo. Sveglia, Silvio! Chi ha perso la fiducia nella politica, non va più a votare e degli restanti elettori, sembra che non sei più il preferito. Bada che la favoletta dei comunisti, non funziona più e sarà forse il caso di pensare un po’ più alla gente comune e meno a te stesso.
Buona vita! maestrocastello