mercoledì 25 maggio 2011

Cementificare è peccato!



Rinvenimento della villa di epoca romana al quartiere Ardeatino a Roma.
Se Dante Alighieri fosse stato nostro contemporaneo, non si sarebbe fermato sicuramente ai  nove gironi  che compongono il suo Inferno. Dopo ipocriti, falsari e fraudolenti avrebbe sicuramente creato una bolgia  apposita  per certi peccatori moderni,  i  “palazzinari”. Palazzinaro è un termine gergale del dialetto romanesco con cui si indicano, in modo dispregiativo, imprenditori edili o del settore immobiliare, arricchitisi grazie alla speculazione edilizia. Simona Marchini, figlia lei stessa di un palazzinaro romano degli anni cinquanta, li chiama ironicamente “razza cafona” e “razza marpiona”. Questi signori senza scrupolo hanno costruito veri e propri imperi, edificando città ed interi quartieri anche in zone sottoposte a vincoli di varia natura. Il loro passepartout ideale si chiama “mazzetta”, con cui hanno aperto tutte le porte, colloquiando da sempre con politici corrotti di ogni tempo. Fino agli anni ottanta, i palazzinari avevano bisogno di ungere i politici di turno per ottenere appalti o modiche di leggi in materia edilizia; poi hanno pensato bene di entrare essi stessi in politica ed ora votano direttamente  leggi di comodo, in quanto siedono su scranni di camera e senato. Proprio uno di loro, attualmente,  occupa la poltrona più importante, dopo aver edificato Milano Due e Milano Tre nei decenni trascorsi. Quando si dice che bisogna investire nel mattone! Da circa ventisette anni abito al quartiere Ardeatino, una zona verde di Roma che è proprio a ridosso delle Tre Fontane-Eur e ci vivo benissimo. Quando prendemmo confidenza col nostro nuovo quartiere,   a mia moglie ed a me stesso,  sembrava impossibile che a due passi dal centro di Roma potesse esserci tanto verde e ci abitavamo proprio noi, coi nostri due figlioli di tre e cinque anni. Qui non costruiranno mai, dicevamo. Niente di più falso.  Da quel lontano “84 è iniziata un’ opera  massiccia di cementificazione e una lenta scomparsa delle tante zone verdi esistenti. Il quartiere sta mutando l’aspetto idilliaco di un tempo, anche se capisco l’utilità di negozi, centri commerciali e il bisogno di una viabilità efficiente. Da qualche anno è in piedi un progetto urbanistico ambizioso denominato” i60”, proprio nel cuore del Forte Ardeatino, tra il Parco Regionale dell’Appia Antica e la zona delle Tre fontane, per la realizzazione di una superficie utile lorda di 125.000 metri quadri di costruzioni ed una cubatura di oltre 400 mila metri cubi di cemento. Il progetto ha generato molte proteste da parte dei cittadini, dando vita a diversi comitati contrari a tale realizzazione. Sentite cosa sarà realizzato in quest’area:  9 edifici da 8 piani, 8 edifici da 7 piani (tra i quali 2 alberghi), 5  edifici da 6 piani, un centro commerciale, un asilo nido, un parco in prossimità delle preesistenze archeologiche. Gli scavi hanno portato alla luce una villa e una strada di epoca romana, fatto che non ha scoraggiato minimamente i palazzinari che sposteranno semplicemente le fogne che sarebbero dovute passare sopra la strada romana ed eviteranno di edificare sulle aree interessate dai ritrovamenti. I palazzinari la spunteranno come sempre, protetti da politici locali di ogni coalizione, magari col contentino di un centro per anziani, di un centro culturale di quartiere e qualcos’altro. Poco importa che la zona, con la costruzione del nuovo quartiere, rischierà il collasso sulle esigue arterie stradali esistenti con conseguenti disagi per i cittadini residenti e per i pendolari che la attraversano. Ho timore che, ancora una volta, le  proteste di tanti cittadini arrabbiati sarà l’amara dimostrazione che la democrazia è stata inventata solamente per partecipare, a prescindere dalle decisioni; e non come meccanismo per decidere insieme attraverso la partecipazione.

Buona vita!  maestrocastello 

Nessun commento:

Posta un commento