venerdì 10 luglio 2015

Emigranti noi.


Noi che pretendiamo sicurezza e legalità, noi che mostriamo sconcerto davanti al fenomeno dell'immigrazione dai paesi nordafricani; noi maccaroni moderni abbiamo rimosso completamente il ricordo del nostro grande esodo verso l’estC’è da chiedersi da cosa scaturisca questa ostinata amnesia, e la risposta più plausibile è: dalla vergogna degli emigranti stessi, una volta tornati a casa o costruitasi una vita decente altrove. Perché non vogliono che i propri figli conoscano l’onta di aver fatto la fame, o perché non accettano di scorgere nei volti dei clandestini lo stesso sguardo che avevano molto probabilmente i propri padri.
La negazione di questa triste storia rispecchia il desiderio di rimozione, il quale è esternato con maggior veemenza proprio in quelle zone d’Italia dove l’emigrazione è stata più consistente e recente.
E l’aumento del pregiudizio e del razzismo in queste regioni è direttamente proporzionale al rifiuto della memoria.
In questa società xenofoba che ha deliberatamente cancellato parte del suo passato, la chiave di svolta per un futuro migliore sarebbe assumere che l’emigrazione è un fenomeno che si ripete all’infinito, senza limiti di tempo e di spazio, e che l'espatrio per necessità ha caratteristiche simili in ogni epoca e nazione.
E per farlo è necessario riprendere il filo di questa dolorosa memoria, scavare nel ricordo dei nostri padri miserabili e umiliati, per comprendere che il diritto a un’esistenza dignitosa è comune a tutta l’umanità e per rivalutare il senso di una storia che non conosce fine. 

Buona vita!
Maestrocastello

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