sabato 5 novembre 2016

Quanto sei bella Roma!

Il fatto è che Roma accoglie tutti, anche chi non se lo merita.
Chi scende da un treno e comincia a sputare su tutto ciò che vede e intanto approfitta delle opportunità che qui riesce a trovare, non se la merita una città come Roma. Opportunità che a volte neanche i Romani vedono ma che ci sono.
Sento sempre più spesso parlare male di questa città e non capisco perché la gente non se ne stia a casa propria invece di criticare una realtà come Roma, una metropoli che è unica al mondo e proprio per questo ha problemi che nessuna altra città ha, nel bene e nel male. Statevene nelle vostre cittadine, nei vostri paesi, nelle vostre case, non venite qui, davvero! Le persone di altri posti che si lamentano di Roma mi fanno molta tenerezza perché sono le stesse che poi si vantano con gli amici di aver visto il concerto figo, di essersi fatti un selfie davanti al Colosseo o di avere una laurea presa a La Sapienza.
 Trovo ancora più ridicoli i Romani che esaltano la propria città in tutto e per tutto e poi non la vivono come invece andrebbe fatto, perché in realtà non la conoscono e allora si attaccano all'identità di quartiere e ai luoghi comuni della romanità, diventando involontariamente promotori del degrado di Roma.
Eppure Roma se ne frega come ha sempre fatto e accoglie chiunque da secoli, incrollabile e beffarda in quanto consapevole di tutto ciò che la rende grande, cosa che solo chi la ama davvero può percepire e sentire come una parte del proprio essere, quasi come fosse la propria gamba o il proprio braccio.
Roma non è razionale, non è ordinata, non è pulita. Roma è un casino. Roma è sorprendente, fuori luogo, irriverente. Roma è il bicchiere in pizzo al tavolo, è fastidiosa, inconcepibile, mette ansia. Eppure proprio per questo è divertente, stimolante. Roma è stupefacente.
Roma è una gran signora che alle offese di tutti risponde con una fragorosa risata, mentre stesa sul Tevere si gode un altro incantevole tramonto e si lava di tutte le sozzure che le sono state tirate addosso.

(Articolo di Ilaria Castello condiviso su Facebook)

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