martedì 5 giugno 2012

Il sorriso della vita.

Capita anche di apprendere della fine tragica di un giovane del tuo paese di appena 24 anni che correva dalla propria ragazza, ignaro di andare all'appuntamento anticipato con la morte. Il tuo pensiero corre allo strazio dei suoi genitori che stanno vivendo l'esperienza più tragica che possa capitare nella vita, quella di perdere un figlio, di essere improvvisamente privati di una parte di se stessi. Si chiamava Donato quel giovane, Donato come un dono che Dio ha rivoluto indietro troppo presto. Quel dolore non si elabora facilmente, perché lascia il posto ad una ferita che non si rimarginerà mai. I figli sono un bene assai prezioso ed anche se te lo ripeti spesso a parole, te ne accorgi nei fatti solo quando essi ti vengono a mancare. Avvenimenti così dolorosi sconcertano la mente e non restano solo un fatto privato, ma riguardano tutti, specie se accadono in una  comunità  di poche migliaia di anime come Sant'Agata di Puglia,  dove si conoscono tutti e quel giovane ne era parte integrante. Insieme si elabora meglio il dolore e si può concertare anche meglio il calore ed il giusto sostegno per quei poveri genitori dal cuore spezzato. Poi ti capita che la notizia tragica della perdita di questo figlio ti porti a pensare ai tuoi di figli che hanno abbandonato la tua casa ed ora vivono altrove. Pensi al grande dono di averli avuti tutti e due, pensi anche che sia giusto che ciascuno percorra la propria strada. Prima li portavi per  mano ed ora, al massimo, gli cammini a fianco, come dei vecchi compagni che si raccontano le malefatte del passato. Li consideri degli interlocutori preziosi e non degli amici, perché  gli amici sono un'altra cosa. Pensi che il tuo orgoglio non consiste che t'assomiglino, ma che si portino dentro qualcosa di te, di voi; ad esempio, il tuo stesso modo di abitare l'orlo delle cose che scivola tra le situazioni e le persone o l'ottimismo della loro mamma che li ha educati a guardare sempre il lato buono delle cose, senza tralasciarne quello deteriore. Pensi che quando erano piccoli avevi sempre qualcosa da ridire su di loro ed ora riesci perfino a vedere che sono migliori di te. Ami in loro la compostezza, ami l'assenza di vanità che ti appartiene, ami il loro piacere ricorrente di far ritorno al comune ovile. Pensi ch'è stato un grande dono l'averli avuti per casa per tutti quegli anni e vai fiero che hanno attenzione per gli altri e che rincorrono i loro sogni anche a caro prezzo, cosa magari che non hai fatto tu.  Cosa faranno da grandi? Magari lo stanno già facendo, come vivere senza le tue incertezze, le tue fragilità, le tue ansie e le tue continue paure. Pensi con gioia che loro rappresentano il lato buono della vita, la certezza che hai seminato bene, che i tuoi non erano solo sogni che si dileguano alle prime luci dell'alba. Eri convinto che il buono fosse altrove ed invece t'accorgi che il bene stava sotto i tuoi occhi ed erano i tuoi figli; allora il rammarico si trasforma in sano desiderio: che vorresti goderteli di più! 
Buona vita! 
maestrocastello 
                                                     

1 commento:

  1. ...e noi non potevamo chiedere genitori migliori, che se ne fregano delle convenzioni, delle mode, dei soldi e di tutte le chiacchiere della gente che vi guarda e vede l'amore, vede la felicità ancora dopo tanti anni e non se ne capacita.
    Voi siete sempre nelle mie mani che compiono gesti e fanno cose e, ancor prima, nella mia testa che trova il modo migliore in cui fare quelle cose.
    Siete nel sorriso con cui accolgo le mie giornate e pensarvi mi fa stare bene ovunque io sia.
    Sopravvivere è da tutti, ci vuole coraggio per vivere un'esistenza decente e progredire di giorno in giorno, voi mi date la forza e la spinta per farlo con tutta la leggerezza, con tutta l'ironia che merita la vita!
    Chi abita nel nostro cuore non si dimenticherà mai, lontano o vicino che sia.

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