martedì 16 giugno 2015

I RACCONTI DEL LUNEDÌ.
Da “S.U.D. Sempre Uniti Dovunque”
di Pietro Paolo Danza.
Ogni uomo.
Ogni uomo è schiavo delle sue abitudini, amanti virtuose o nefaste che condizionano rapporti, velleità e comportamenti che nell’egoismo umano sono così prevalenti da diventare inviolabili e abitudinarie.
Nella nostra Sant’Agata di Puglia ognuno si è portato dentro il quotidiano, ciò che ha trovato, imparato a rispettare o rigettare e la ripetitività monotona di arti, mestieri e comportamenti erano come geneticamente scontati.
Per generazioni i figli facevano il mestiere dei genitori, spesso più per dovere che per amore.
A queste regole non si era certo sottratto Giovanni, ormai ottantenne, quando decise di piantare in contrada “la Liscia” le barbatelle per un nuovo vigneto, prima di estirpare il vecchio, che non garantiva più l’autosufficienza.
Ogni mattina lui era in quel terreno per tenere tutto sottocontrollo, dagli ulivi all’orto e al piccolo seminativo, per garantire il necessario per la famiglia.
Tutti i paesani che avevano terreni in quella zona e passavano davanti alla sua proprietà, lo salutavano, urlando con affetto di non stancarsi troppo perché gli ottantenni non sono compatibili con determinati ritmi e sforzi, consigli e raccomandazioni sempre andati a vuoto, perché, come ricorda un vecchio detto santagatese: “Chi nasce quadre, nun mor tunn” (Chi nasce tondo, non muore quadrato).
Giovanni continuò ad usare il suo terreno con tutta la pazienza, l’amore e la speranza di chi è nato nella terra, vissuto nella terra con un solo desiderio: morire nella terra.
Il suo sogno si avverò poco dopo e proprio come incollato all’ultimo vitigno, la prima figlia, non vedendolo rientrare, lo trovò ormai morto.
Sul suo volto serenissimo uno strano sorriso come di chi ha realizzato l’ultimo suo desiderio.
Riflessioni:
Perché un uomo così anziano dovrebbe piantare frutti che mai mangerà?
Questo racconto breve di Danza mi fa pensare ad un altrto racconto che lessi tempo fa. Un uomo prossimo a morire stava piantando un albero di ribes nel suo giardino. Un uomo, trovandosi a passare di lì, gli chiese: " come mai pianti un albero di cui non assaggerai mai i frutti?"
E l'anziano: " Da sempre ho avuto un albero di ribes nel mio giardino e ne ho mangiato sempre i frutti maturi; eppure non l'ho avevo piantato io quell'albero. Ora è giusto che renda il favore a quelli che verranno dopo di me"
Ditemi voi se questa non è saggezza?
Buona vita!
maestrocastello

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