La religiosità dei mafiosi dimostra
fino alle estreme conseguenze il carattere “formale” che ha
assunto la fede cattolica in Italia e non solo nel Mezzogiorno. La
malavita fa uso di una religiosità di facciata come fattore di
identità e di legittimazione sociale più che come espressione di
una sofferta interiorità. I mafiosi sono religiosi? Eccome! La
religiosità dei mafiosi fa sì che anche l'uso della violenza come
strategia di vita e di successo può essere coperta tranquillamente
dalla fede. I mafiosi si riconoscono e si ritrovano in una fede che
non chiede loro coerenza e non verifica socialmente ciò che si
professa e ciò che si fa. E' noto a tutti la religiosità di
Provenzano che scriveva i pizzini sui foglietti della Bibbia che
aveva sempre con sé. Proprio in questi giorni sta facendo scandalo
il funerale show, stile padrino, di Vittorio Casamonica, capo
dell'omonimo clan malavitoso che opera nella zona Sud della capitale,
svoltosi a Roma, nella parrocchia di San Giovanni Bosco, al
Tuscolano. Carrozza trainata da cavalli, dicono sia la stessa di Totò
alla sua morte, gigantografia del boss sulla facciata della Basilica,
musica del film “Il padrino”, elicottero che lanciava petali di
rose dal cielo e tutto un quartiere imbottigliato che s'è sentito
offeso da una tale manifestazione che ha mortifica tanti cittadini
onesti. Questa parrocchia è la stessa dove, nel 1990, fu celebrato
il funerale ad Enrico De Pedis, detto Renatino, criminale e boss
dell'organizzazione criminale denominata “Banda della Magliana”,
poi sepolto addirittura nella cripta della Basilica di
sant'Apollinare. Cose dell'altro mondo. Questa parrocchia che oggi
celebra funerali da film al boss Casamonica, è la stessa che nel
2006 negò i funerali religiosi a Piergiorgio Welby, affetto da
distrofia muscolare, che aveva deciso di porre fine alle sue
sofferenze durate un decennio, facendosi staccare la spina del
respiratore artificiale che lo teneva in vita. I funerali, pur se
in forma civile, si svolsero ugualmente fuori della Basilica ed io
c'ero! Quell'atteggiamento della Chiesa fu stigmatizzato anche da
tanti cattolici che si rifiutarono di entrare in chiesa, almeno per
quel giorno. De Petris e Casamonica sì e a Welby niente funerali.
Il parroco ha dichiarato che lo rifarebbe e che è Dio che deve
giudicare. Secondo il vaticanista Giacomo Galeazzi, il prete può e
deve rifiutarsi di celebrare il funerale religioso se è noto che il defunto
aveva una condotta di vita completamente al di fuori dei comandamenti
di Dio, una condotta esibita dai suoi parenti durante le esequie.
Tali comportamenti, proprio quando Papa Francesco ha da poco
pronunciato pubblicamente una sentenza di scomunica per i mafiosi,
non fanno che depotenziare la forza del magistero del Papa. Certi
comportamenti finiscono poi per destabilizzare il nostro
atteggiamento verso questi preti che permettono i funerali religiosi
ad un boss mafioso e, magari, li negano ad un divorziato.
La presenza dei pubblici poteri? meglio non parlarne. Ora sappiamo in modo chiaro chi dispone della nostro quartiere e della nostra città.
buona vita!
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