Il mela-fonino.
Tutto come previsto: l'azienda della mela morsicata lancia l'ultimo mela-fonino e i nostri ragazzi accorrono in massa, come tanti pecoroni, a mettersi in fila davanti agli Apple Store, dalle cinque del mattino, per accaparrarsi il nuovo iPhone 7 e iPhone 7 Plus.
Sono giovani e giovanissimi che all'apertura vengono accolti con un applauso dal personale della Apple che offre loro caffè, cornetti e acqua, in quanto alcuni hanno trascorso la notte nelle auto del parcheggio, attrezzati di coperte e sacchi a pelo.
Il fenomeno, unico nel suo genere, dimostra chiaramente che nemmeno la crisi può togliere a un cellulare il rango di status-symbol. A patto che sia Apple. Per molti dei giovani in fila avere l'ultimo iPhone è un segno di distinzione, li fa sentire superiori e le lunghe attese in fila così «valgono la pena».
Tutto come previsto: l'azienda della mela morsicata lancia l'ultimo mela-fonino e i nostri ragazzi accorrono in massa, come tanti pecoroni, a mettersi in fila davanti agli Apple Store, dalle cinque del mattino, per accaparrarsi il nuovo iPhone 7 e iPhone 7 Plus.
Sono giovani e giovanissimi che all'apertura vengono accolti con un applauso dal personale della Apple che offre loro caffè, cornetti e acqua, in quanto alcuni hanno trascorso la notte nelle auto del parcheggio, attrezzati di coperte e sacchi a pelo.
Il fenomeno, unico nel suo genere, dimostra chiaramente che nemmeno la crisi può togliere a un cellulare il rango di status-symbol. A patto che sia Apple. Per molti dei giovani in fila avere l'ultimo iPhone è un segno di distinzione, li fa sentire superiori e le lunghe attese in fila così «valgono la pena».
Siamo al punto che se i giovani vedono in giro un altro che ha l'iPhone, anche se non lo conoscono, sanno già che è un tipo giusto, un tipo superiore, uno che la pensa come loro.
Senza scadere in facili moralismi, senza chiederci come facciano dei ragazzi in tempo di crisi a disporre di cifre così alte, pari al guadagno di un operaio, da spendere in telefonini; chiediamoci perché preferiscono l'iPhone alla moda, piuttosto che cibo o vestiti.
Oggi siamo così esposti al giudizio degli altri, che abbiamo un bisogno continuo che gli altri apprezzino tutto ciò che facciamo: la musica che ascoltiamo, il cibo che mangiamo, gli spettacoli a cui assistiamo.
Con l'esplosione di internet e dei social questo aspetto della vita ha assunto forme esagerate. Se già stiamo assistendo dal vivo ad un concerto che ci piace, mi dite che bisogno abbiamo di passare parte della serata ad alzare il cellulare come fosse la coppa del mondo, senza goderci il concerto?
Se non twittiamo uno status che siamo allo stadio o non postiamo una foto su Facebook che siamo in una multisala; è come se non ci fossimo mai andati.
Ricordo quando fece la neve a Roma, la gente usciva lo stretto necessario per scattare le foto e correva a casa a postarle su Facebook, senza gustarsi l'eccezionale spettacolo della natura.
Il pericolo serio è che la vita virtuale possa prendere il posto della vita reale. Perciò dico ai ragazzi: ogni tanto spegnete il telefonino e passate un po' di tempo intorno alle cose vere, palpabili e per una volta fatelo solo per voi; avrete tutto il tempo di raccontarlo agli altri. Vi soffermate mai a guardare il nascere di un giorno o il sole che tramonta? Suggerisce il poeta : ogni tanto "Concedetevi una vacanza intorno a un filo d'erba// dove non c'è il troppo di ogni cosa// dove il poco ancora ti festeggia// con il pane e la luce// con la muta lussuria di una rosa. ( F. Arminio).
Riceverete l'unico "mi piace", da voi stessi; ed è quello che più conta, credetemi.
Buona vita!
maestrocastello
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