lunedì 18 luglio 2011

Quote rosa? un contentino per le donne italiane!


Il Tar del Lazio ha appena azzerato la giunta romana del sindaco Alemanno per la sproporzione esistente nel rapporto tra uomini e donne all’interno della giunta capitolina: 9 assessori maschi contro 2 sole presenze femminili. Ed ecco pronto un rimpastino che prevede l’ingresso di Rosella Sensi, presidente uscente della Roma calcio, quale nuovo assessore con delega “alla promozione della città ed allo sport”. Per Alemanno trattasi di un ricorso ingiusto e strumentale, in quanto” il Consiglio è andato avanti per quasi 3 anni con due sole donne, senza nessuna contestazione”. Per noi si riaffaccia l’odioso argomento delle “quote rosa” o “quote di genere” come le chiamano negli altri Paesi, ovvero quote minime di presenza femminile all’interno degli organi politici istituzionali e non.  La domanda che ci facciamo è se sia davvero questa la strada giusta per raggiungere una reale parità dei sessi pienamente rispettosa dell’essere donna e del pubblico interesse ad avere istituzioni che funzionano. Pierre Bourdieu, nel suo libro: “Il dominio maschile”, afferma che occorre smontare i meccanismi del potere maschile dove i dominanti si trasmettono i loro privilegi per generazioni. L’ordine delle cose è una costruzione mentale, una visione del mondo con la quale l’uomo appaga la sua sete di dominio che si può benissimo cambiare. Una visione talmente esclusiva che le stesse donne, che  ne sono le vittime, l’hanno integrata nel proprio modo di pensare e nell’accettazione inconscia della propria inferiorità. Istanze superiori quali la chiesa, la scuola, lo stato sono responsabili del perpetrarsi di rapporti di forza squilibrati tra i sessi e in ultima analisi del dominio maschile. Perché dobbiamo considerare una società organizzata per quote: tanti bianchi e tanti neri, tanti uomini e tante donne, tanti del nord e tanti del sud e via discorrendo? Non dobbiamo piuttosto lavorare per costruire una società basata sull’individuo e sul merito, una società che prescinda dal sesso e punti invece sulle reali capacità degli individui?  Non serve legalizzare quote di presenza femminile per scopi propagandistici. Vanno bene anche giunte composte esclusivamente di uomini come avviene in certi comuni calabri o fatte di sole donne come a Sant’Agata Bolognese; purché amministrino al meglio. La legge sulle quote rosa è patetica, sembra un contentino dato alle donne, un gettare del fumo negli occhi della gente, tanto per farsi belli. Tanto il maschio conserva intatto  il  suo potere affidando alle donne  solo incarichi di secondo piano, come  alle pari opportunità, al turismo e spettacolo o all’allestimento della festa della parrocchietta. Ora mi spiego perché la scelta delle ministre viene fatta tra le ex-letterine o le ex-passaparoline. Vestite tutte uguali, con le facce tirate, sembrano delle barby che hanno appena fatto il tagliando alla Mattel: una pompatina alle labbra, un’altra alle chiappe e vai! Fanno davvero una bella presenza se inducono il premier  a dire che le sposerebbe tutte!  La valorizzazione del patrimonio al femminile del nostro paese si persegue non approvando queste leggine di facciata, ma lavorando piuttosto per realizzare cambiamenti strutturali della società. Equiparare l’età pensionabile di uomini e donne va anche bene, ma alla stessa mansione sia corrisposto uguale compenso, senza storcere il naso se a svolgerla possa essere una donna. Va intrapresa, ad esempio, una politica che sollevi le donne italiane dal compito esclusivo di pulire il culo a vecchi e bambini e va dato sostegno a quelle famiglie dove la donna è costretta, al mattino,  a lasciare la casa diretta in ufficio. Vogliamo sperare che le quote siano solo un primo passo per abbattere le tante discriminazioni che ancora si consumano in questo nostro sgangherato Paese.
Buona vita!
maestrocastello 

1 commento:

  1. Non concepisco le quote rosa. Deve andare al potere chi lo merita uomini o donne che siano.
    Non è questa la parità di cui abbiamo bisogno.
    Cntinuo a credere che a me della parità non frega nulla,anzi.

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