giovedì 13 dicembre 2012

la fine del mondo.


“Ricordati che devi morire (Memento mori)” è una frase che trae origine da una particolare usanza nell’antica Roma, quando un generale raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla dopo una vittoria. Per evitare che questi venisse sopraffatto da manie di grandezza, un servo veniva incaricato di ricordare all’autore dell’impresa la sua natura umana con la frase: “Memento mori!” Nel 1664 l’ordine dei Trappisti adottò questa stessa frase che i monaci di clausura si ripetevano continuamente tra loro e si scavavano, un poco ogni giorno, la fossa destinata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l’idea della morte e quindi il senso della vita destinata a finire. Nel film “Non ci resta che piangere” del 1984, un frate rivolge più volte questo ammonimento al personaggio interpretato da Massimo Troisi: “Ricordati che devi morire!”, appunto, e lui a sua volta risponde: “Sì, sì, no, mò me lo segno…”. L’idea della morte del singolo ci è abbastanza presente, anche se preferiamo non parlarne e tocchiamo ferro al primo accenno; è l’idea di fine del mondo di cui parlano le Sacre Scritture che sembra una cosa misteriosa, lontana e sconvolgente se non ci metti un po’ di fede. Mille e non mille, duemila e non duemila; in troppi sono stati ad annunciare la fine di questo già disastrato pianeta e sembra che tutti abbiano ricevuto sempre buca. Non abbiamo ancora smaltito l’ansia di dodici anni fa, aspettando il duemila, che siamo nuovamente in fibrillazione all’avvicinarsi del 21 dicembre 2012, quando terminerà l’Era dell’Oro (la quinta ed ultima) del calendario Maya, secondo cui il mondo finirà fra disastrose inondazioni, terremoti e incendi; insomma, uno scenario del tutto simile alle profezie del Nuovo Testamento. Qualcuno, per allentare la tensione di questi giorni s’è divertito in allegre battute del tipo: “L’IMU scade il 17 e l’apocalisse arriva il 21; il governo ha calcolato proprio tutto”. Ci preoccupiamo che la fine del mondo possa arrivare repentina e non riflettiamo invece che la fine è cominciata già da qualche anno, ce la stiamo procurando coi nostri comportamenti errati ed è irreversibile; procede lentamente, man mano che la terra riceve la sua abbondante razione di contaminazione con scarti industriali, immondizia, trivellazioni sottomarine e porcherie varie. Stiamo devastando l’armonia naturale del nostro pianeta. Che il clima è decisamante cambiato è opinione di tutti, anche se a volte facciamo finta che non sia vero. I vulcani sembrano essersi svegliati da un lungo letargo, terremoti e tsunami sono all’’ordine del giorno e tifoni sono così familiari che gli diamo perfino nomi simpatici.Nostro pensiero fisso è consumare e crescere a danno del Pianeta e mai ci sfiora l’idea che la decrescita che si fonda sul non spreco non è un’idea del tutto peregrina. Aspettiamo il 21 e vedremo e che Dio ce la mandi buona; altrimenti vuol dire che questo dicembre sarà l’unica volta che noi italiani  non dovremo preoccuparci di arrivare a fine mese!
Buona vita!
maestrocastello

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