Hai spezzato il filo al tuo aquilone che ti teneva appeso al
nostro mondo ed hai reso la tua vita ancor più fugace di quanto già in
effetti non lo sia, ancora più
fuggente. Difficilmente mi affeziono ad un attore di cinema in modo totale, ma
con te è stato diverso; forse perché avevi un’ anima gentile, ferocemente
divertente; un artista geniale: ci hai lasciato in eredità una delle storie del
cinema più rilevante degli ultimi decenni. Ricorderemo il tuo genio e la tua
umiltà: tanti riconoscimenti mai messi in bacheca. Ci hai fatto ridere, ci hai
fatto piangere; hai donato il tuo talento a chi ne aveva bisogno. Ora ci lasci a piangere una persona amata eppure
mai conosciuta, un parente-amico;
mentre tu ti appresti probabilmente a “far ridere Dio”, come ha scritto più di
qualcuno. Ciao, professor Keating, avesti la capacità di folgorarmi e quel tuo
“attimo fuggente” mi ha fatto da guida spirituale nella mia professione nella
vita reale. Grazie, mio capitano, per averci insegnato a vivere fuori degli
schemi, ad osare, a stravolgere la vita, a salire sui banchi. Il tuo commiato?
Francamente, sembra un vero paradosso. Comunque non condivido e non giudico,
come dovrebbero fare tanti benpensanti; dico solo che Dio, somma misericordia,
possa accoglierti e perdonare; mentre noi
ti penseremo come un angelo in viaggio nel cielo, con le ali in
riparazione, e in attesa di avere l’ok di atterrare fra le braccia di Dio.
Addio, mio capitano!
maestrocastello
17 agosto 2014
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