domenica 17 agosto 2014

Oh capitano, mio capitano!

Hai spezzato il filo al tuo aquilone che ti teneva appeso al nostro mondo ed hai reso la tua vita ancor più fugace di quanto già in effetti  non lo sia, ancora più fuggente. Difficilmente mi affeziono ad un attore di cinema in modo totale, ma con te è stato diverso; forse perché avevi un’ anima gentile, ferocemente divertente; un artista geniale: ci hai lasciato in eredità una delle storie del cinema più rilevante degli ultimi decenni. Ricorderemo il tuo genio e la tua umiltà: tanti riconoscimenti mai messi in bacheca. Ci hai fatto ridere, ci hai fatto piangere; hai donato il tuo talento a chi ne  aveva bisogno. Ora ci lasci a piangere una persona amata eppure mai  conosciuta, un parente-amico; mentre tu ti appresti probabilmente a “far ridere Dio”, come ha scritto più di qualcuno. Ciao, professor Keating, avesti la capacità di folgorarmi e quel tuo “attimo fuggente” mi ha fatto da guida spirituale nella mia professione nella vita reale. Grazie, mio capitano, per averci insegnato a vivere fuori degli schemi, ad osare, a stravolgere la vita, a salire sui banchi. Il tuo commiato? Francamente, sembra un vero paradosso. Comunque non condivido e non giudico, come dovrebbero fare tanti benpensanti; dico solo che Dio, somma misericordia, possa accoglierti e perdonare; mentre noi  ti penseremo come un angelo in viaggio nel cielo, con le ali in riparazione, e in attesa di avere l’ok di atterrare fra le braccia di Dio.
Addio, mio capitano!
maestrocastello

17 agosto 2014

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