Più volte nelle ultime settimane abbiamo ascoltato sentenze che hanno prosciolto tutti gli imputati con questa formula assolutoria: " Tutti assolti perchè il fatto non sussiste", scatenando rabbia e indignazione nella gente comune. Vedi il caso di Stefano Cucchi e, ancora più eclatante, nessuna responsabilità riconosciuta ai tecnici per i crolli del terremoto a L'Aquila. Ma che significa che il fatto non sussiste? In parole molto povere significa che il fatto non sta in piedi. Viene anche definito assoluzione con formula ampia, perché significa che il fatto addebitato all'imputato o agli imputati non è avvenuto o non può essere minimamente provato. Il danno c'è, ma manca il colpevole. Si potrebbe rispondere prendendo in prestito il titolo di una commedia di Pirandello alla domanda: Allora, chi è stato? : "uno, nessuno e centomila". Tutti e nessuno.
Insomma, stando a questa tesi, Cucchi sarebbe ancora vivo e a L'Aquila non ci sarebbe stato alcun crollo e, di conseguenza, alcuna vittima. Queste sentenze sono un insulto per le povere vittime e le loro famiglie che si sentono così vittime due volte: prima del terremoto ed ora di uno Sato incapace di garantire giustizia. Non va bene che lo Stato protegga se stesso, perde di fiducia e credibilità; va sempre punito chi contravviene alla legge, che si tratti di cittadini comuni o agenti dello Stato, non dovrebbe fare differenza.
Buona vita!
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