domenica 19 luglio 2009

Sei schiavo delle abitudini?



Perché ci formiamo delle abitudini?
Vi siete mai chiesto perché ci formiamo delle abitudini? In effetti le abitudini sono un bisogno dell’individuo di avere sicurezza. Esse richiedono poco dispendio di energie ed attenzione e ci danno l’illusione di avere sempre il controllo della situazione. Svegliarsi sempre alla solita ora, fare sempre lo stesso percorso per recarsi al lavoro, andare in villeggiatura sempre nel solito posto, pensarla sempre allo stesso modo sono automatismi che rendono la nostra vita più semplice; ma anche più prevedibile e limitata. Radicarsi in un’abitudine irrigidisce i propri schemi mentali, fa vivere sempre nel già conosciuto e già saputo e disabitua il cervello ad accogliere le novità. Quando la video scrittura, ad esempio, ha soppiantato la cara e vecchia macchina da scrivere; molti impiegati hanno preferito la via del pensionamento, piuttosto che cambiare le proprie abitudini di lavoro.
Capisco che non è facile non ricadere nell’abitudine, specialmente quando ci troviamo in situazioni di particolare stress. Ad esempio chi smette di fumare, spesso ricade nel vizio; perchè riprendendo la vecchia abitudine fa acquistare sicurezza e vincere il momentaneo stress accumulato.
L’abitudine crea l’illusione di rendere più facile la vita, ma in effetti la limita parecchio, non ti permette il gusto della scoperta, del nuovo. E’ come vedere ripetutamente lo stesso film di cui sai già tutte le battute a memoria. Vivere cento anni nell’abitudine è come aver inserito il pilota automatico alla propria vita. C’è un vecchietto qui al mare che vive nell’abitudine perenne e la sua giornata la sappiamo a memoria: sveglia alle sei e mezza, alle sette è in strada per aspettare il furgone del pesce, telegiornale alle sette e trenta, alle otto e mezza si incontra col solito amico per gettare la spazzatura ed acquistare il solito quotidiano, quando si avvia al mare sappiamo che si son fatte le nove e trenta, pranza all’una in punto ed è pronto per la siesta alle tredici e trenta fino alle sedici-sedici e trenta, ora in cui beve il caffè pomeridiano, appollaiato sul terrazzo e….. così per l’intera estate marinara.
“Nati non foste per viver come bruti, ma per servir virtute e conoscenza” sono i versi danteschi a giustificazione delle continue peregrinazioni di Ulisse che invece di intraprendere la strada più semplice per il ritorno in patria è spinto a sfidare l’ignoto, per sedare la propria sete di conoscenza. Ci pensate se Colombo si fosse accontentato di percorrere la riviera ligure da Genova ad Imperia, invece di sfidare le colonne d’Ercole che erano tabù per i marittimi dell’epoca?
Tutti siamo soggetti a nostre piccole abitudini e la cosa saggia è di riconoscerle ed individuare quelle che invece di facilitarci la vita, ce la complicano; impedendoci di fare ciò che vorremmo, riducendoci ad assumere sempre gli stessi atteggiamenti, a ripetere sempre le medesime azioni per tutta la vita. Quindi prendiamo la decisione di “romperle” queste abitudini, preparandoci un piano di lavoro in cui, ogni giorno, ci impegniamo a fare una cosa che di solito non facciamo, o a farla ogni giorno, in un modo diverso. Solo allora ci renderemo conto della libertà che lentamente acquisteremo. Consiglio sempre di fare delle nuove scelte, come quella di cambiare strada quando si va al lavoro, scegliere un nuovo ristorante quando si va a mangiare fuori, cambiare marca dei prodotti alimentari, andare in vacanza in un posto differente dell'anno precedente. Cambiare le tue abitudine ti aiuta in primis a maturare e a conoscere cose che prima ignoravi e a renderti una persona più completa.
Cordialmente, maestrocastello.

1 commento:

  1. come è vero!!!!...a volte pur di non fare cose che ci impegnano diversamente ci si lascia andare alla noia aspettando che arrivi sera....pensando ....domani è un altro giorno...si vedrà!
    Saggi consigli, maestrocastello!
    Un abbraccio con affetto

    RispondiElimina