lunedì 6 luglio 2009

Il sesso degli angeli.



Si sa che i tabù sono difficili a morire e la storia ce lo insegna giorno dopo giorno. Il costume sessuale è un lato della nostra vita sociale che nei secoli è sempre stato tenuto sotto controllo da mille tabù ed ha caricato moltissime generazioni di gravi complessi di colpa. Qualche sera fa, seduti in giardino, ricevevo le confidenze di un amico, non ancora quarantenne, che mi raccontava delle disavventure di un suo giovane insegnante delle elementari che ricorda con piacere perché sapeva suscitare interesse negli alunni, ma che aveva avuto fastidi da parte del capo d’istituto e genitori della sua classe e fu costretto all’ abbandono dell’incarico di supplenza per aver osato impartire qualche lezione di educazione sessuale, senza il consenso di preside e genitori e stiamo parlando di appena una trentina di anni fa. Questa era la situazione che si viveva nelle scuole italiane fino a 20-30 anni fa.
Senza andare molto lontano e parlare un linguaggio che non ci apparterrebbe, ciascuno di noi che è compreso nella fascia dai quaranta ai sessanta si ricordi della propria educazione sessuale ricevuta. L’educazione sessuale che ricevevamo in famiglia era pari allo “zero assoluto”, complice anche il ruolo assunto dalla Chiesa che ha sempre connotato come peccaminoso ogni discorso relativo al sesso che non riguardasse strettamente la procreazione. E’ recente la polemica montata dalle dichiarazioni papali sull’inutilità del contraccettivo per eccellenza.
Da piccoli credevamo che i genitori, come gli angeli, non avessero sesso; salvo fare spiacevoli scoperte in casa che ti sconvolgevano la fanciullezza. A chi rivolgersi? Ai genitori no, al prete mai e poi mai, all’insegnante non era permesso; non rimaneva che la strada e quindi gli amici più grandi che avevano idee molto confuse sull’argomento. Intanto crescevi e la peluria sul tuo corpo era la prova che qualcosa non quadrava del tutto! Quando a mia madre cresceva il pancione, domande me ne ponevo parecchie; ma tutte rimanevano senza risposte. All’arrivo dell’ostetrica, mio padre diceva immancabilmente: “Andiamo che son cose di donne!” e… come dicono a Roma: ”Buona notte al secchio!”. Insomma ne sapevo quanto prima.
Da insegnante ho sempre trovato delle resistenze ad affrontare l’argomento sesso coi ragazzi: perché non mi sentivo preparato e perché non tutte le famiglie te lo avrebbero permesso. Pensate che fino al 1976 insegnavo in una scuola che non aveva ancora classi miste al suo interno: i ragazzi e le ragazze avevano l’insegnante del loro stesso sesso! Le cose si sono andate modificando successivamente e perché cambiavano i tempi e perché noi insegnanti acquistavamo maggiore esperienza e confidenza con le famiglie dei nostri alunni, cementando rapporti di stima e fiducia reciproca che ci permettevano di affrontare anche argomenti delicati come il sesso, in un’ottica di educazione globale della personalità dei loro figli.
Con le ultime classi è stato proprio uno spasso! Quello che qualche volta si imbarazzava, senza darlo a vedere, ero proprio io; mentre i ragazzi, dopo qualche iniziale sorrisetto, andavano spediti come un treno e lì mi accorgevo che i tempi erano decisamente cambiati.
Buona vita!
maestrocastello.

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