venerdì 26 giugno 2009

Gli uomini sono tutti uguali?




“E Dio disse….gli uomini sono tutti uguali davanti a me, alti e bassi, bianchi e neri, ricchi e poveri. Ma per i neri, piccoli e poveri sarà molto dura!” Questa battuta di Giobbe Covatta nasconde, in effetti, una profonda verità: che gli uomini storicamente non sono stati mai tutti uguali. Se pensate fino a pochi secoli fa la stessa Chiesa tollerava la schiavitù, anzi proprio sulle basi delle sacre scritture si affermava che c’erano uomini nati schiavi in quanto stavano scontando per volere di Dio il peccato dei propri avi, il saccheggio dell’Africa (la tratta dei negri) e lo sterminio degli Indiani d’America sono stati resi possibile proprio per questo supporto delle dottrine cristiane. Vi pare che il messaggio evangelico che gli uomini sono tutti fratelli, almeno nel mondo attuale, sia praticato o quantomeno praticabile? Purtroppo, storicamente, le risorse della Terra sono in mano di una minoranza di nazioni forti che difficilmente rinunceranno ai loro privilegi a discapito dei più deboli che sono la maggioranza. Nell’assemblea mondiale della sanità, ad esempio, si è faticato molto a convincere colossi quali gli USA a modificare l’attuale sistema di Ricerca e Sviluppo basato sul meccanismo dei brevetti e sugli alti prezzi dei farmaci, in favore delle popolazioni più povere del mondo che restavano così escluse dal sacrosanto diritto alla salute. Si contano sulle dita di una mano quegli Stati che hanno realmente azzerato il debito alle Nazioni più povere. All’interno dello stesso Stato italiano non si cerca forse di selezionare i cittadini in categorie, in base all’appartenenza geografica, al credo politico o religioso? Un povero Cristo ha il diritto di poter essere musulmano, comunista, omosessuale o meridionale senza essere guardato male da tutti? Tempi duri per i neri, piccoli e poveri e come diceva il buon Catalano in” quelli della notte” : è molto meglio essere bianchi, alti e ricchi! Meditate gente... Meditate!
Propongo due esempi di uguaglianza fra gli uomini: “Li pagliacci” di Trilussa” e la notissima “a livella” di Totò.
Buona vita!
maestrocastello.

Li pagliacci (Trilussa).

Guarda li burattini su la scena
co' che importanza pijeno la cosa:
guarda er gueriero ch'aría contegnosa.
come se sbatte bene, come mena!

Vince tutti! E', terribbile! Ma appena
la mano che lo móve se riposa,
l'eroe s'incanta e resta in una posa
che spesso te fa ride o te fa pena.

Lo stesso è l'omo. L'omo è un burattino
che fa la parte sua fino ar momento
ch'è mosso da la mano der destino;

ma ammalappena ch'er1 burattinaro
se stufa de tenello in movimento,
bona notte, Gesù, ché l'ojo è caro2!

Li burattini, doppo lavorato,
finischeno ammucchiati in un cantone,
tutti in un mazzo, senza fa' questione
sopra la parte ch'hanno recitato.

Cosi ritrovi er boja abbraccicato,
ar prete che je dà l'assoluzzione,
mentre l'eroe rimane a pennolone
vicino a li nemmichi ch'ha ammazzato.

è solo li ch'esiste un'uguaglianza
che t'avvicina er povero pupazzo
ar burattino che se dà importanza:

e, unito ner medesimo pensiero,
pare che puro er Re, framezzo ar mazzo,
diventi democratico davero!


1. Non appena il. 2. Finisce la commedia: dalla frase attríbuita ad
uno scaccino assai economo nell'atto di spegnere la lampada della chiesa.
3. Abbracciato. 4. Penzolone









Nessun commento:

Posta un commento