martedì 14 giugno 2011

Le “forchette rotte”

L’antefatto:  Il 15 maggio scorso, a Madrid, scendevano in piazza gli”indignados”, il movimento di massa spagnolo, per protestare contro il sistema socio-politico-economico di quel Paese che, a loro avviso, non tutela gli interessi dei giovani. Passano appena due settimane e, nella nostra bella Sicilia, si sente parlare di “Forchette rotte”, un movimento democratico, libero, autonomo che pone la questione giovanile al centro della sua azione; questo almeno sostengono i diretti interessati.
Il fatto : Tutto ha inizio il primo di giugno quando, a politici, amministratori comunali, industriali, sindacalisti e docenti universitari palermitani viene recapitata una busta chiusa. Il mittente è anonimo. Al suo interno non ci sono minacce di mafia o pallottole; ma semplicemente una forchetta di plastica spezzata, corredata da questa scritta:”I giovani siciliani si sono rotti. Col nostro futuro non ci mancia più nessuno”. Neanche il tempo di metabolizzare questo singolare atto di ribellione che le forchette rotte sono tornate all’attacco. Questa volta hanno inviato un messaggio di posta elettronica a 90 deputati regionali dell’isola: “Grazie alla legge regionale 104, in Sicilia succede che laureati con 110 e lode a quarant’anni sono ancora senza lavoro e alla Regione, a 40 anni si è già super pensionati. Diciamo basta.”  E’ stata infine indirizzata ai quattro rettori delle università dell’isola questa mail: “I parenti salgono in cattedra e diventano docenti e i talenti prendono la valigia e diventano migranti. A questo modello universitario diciamo basta e ai vertici dell’università siciliana diciamo che ci siamo rotti e che col nostro futuro non ci mangia più nessuno”.  Le “forchette rotte”hanno lanciato l’appuntamento a Palermo per il 25 di giugno.
Riflessioni : A che serve in Sicilia un diploma o una laurea? Il 50% dei giovani è disoccupato. Tra loro anche laureati e specializzati. 700.000 giovani lasciano la Sicilia. Non so quanti l’Italia. Mica è un male locale. Questi giovani vengono cresciuti e formati nelle peggiori condizioni possibili, per essere poi dimenticati e finisce che si perdono per strada. Quanti talenti sprecati, quanti talenti dispersi! Diamo sempre la colpa alla mafia, ma la colpa è anche delle classi antiche e piene di privilegi. Dov’è andato a finire il merito? Siamo nel tremila ed esistono ancora le caste. I ragazzi delle forchette rotte o spezzate che si voglia, denunciano la parentopoli negli atenei, voglio che si dia merito a chi merita veramente. Invece capita che c'è chi a 40 anni ancora si puzza di fame e chi va già in pensione. Molti si chiedono chi stia dietro a questo movimento; io mi chiedo invece cosa ci sia davanti a questi ragazzi, quale siano le prospettive del loro futuro. Le forchette sono in Sicilia e sono dovunque, in Europa e nel mondo; esse non si rassegnano ad una vita precaria e lanciano al mondo questa sfida: Saremo quelli del 25 giugno a Palermo e quelli che ci seguiranno su Internet dal resto del mondo. Chiunque prende una forchetta, la rompe e la consegna a chi si è mangiato il futuro è uno di noi!”

Buona vita! maestrocastello

1 commento:

  1. Al convegno di Roma sull'innovazione, la ricerca, le tecnologie e le opportunità dei giovani; il ministro Renato Brunetta non ha gradito l'intrusione dei precari della pubblica amministrazione che volevano rivolgergli alcune domande. Li ha apostrofati con queste parole:"Voi siete la parte peggiore dell'Italia", poi ha girato le spalle e se n'è andato. Proprio una bella figura per un uomo di governo che dovrebbe dare speranza ai giovani,

    RispondiElimina