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Vinci Spesso, Gioca Adesso! |
Capita sempre più spesso che una tranquilla famiglia italiana sia riunita davanti alla televisione a guardarsi il programma preferito e venga continuamente interrotta da una pubblicità ingannevole che invita la gente a giocare, giocare d’azzardo! Sono presenti ovviamente anche i minori ad ascoltare quelle false lusinghe. Mi chiedo, di grazia, se sia giusto incentivare il vizio del gioco e proprio da parte dello Stato. Quella dei giochi e lotterie è una delle principali voci d’entrata del fisco italiano di questi ultimi anni, una specie di tassa occulta sui poveri e proprio in un momento molto delicato in cui lo Stato dovrebbe tutelare i propri cittadini, resi vulnerabili dalle difficoltà economiche e cosa fa, invece? Con il miraggio di vincite facili, li espone ad uno dei rischi più insidiosi, la dipendenza da gioco con tutto quello che ne consegue. Davanti alle macchinette vanno in fumo stipendi, pensioni e, a volte, intere fortune. Non mi pare uno splendido esempio di moralità pubblica e mi fa ulteriormente imbestialire quella voce finale che ammonisce: “Gioca il giusto!”. Ma chi la stabilisce quel è la misura del giusto? In effetti non la conosce nessuno, è relativa da persona a persona e dipende dalle condizioni psicologiche di ognuno; tant’è vero che sono 800 mila i malati delle macchinette mangia soldi e ammontano a 70 mila gli italiani affetti da dipendenza da gioco d’azzardo (ludopatia). In Italia lo scorso anno sono stati spesi 76 miliardi di euro in “gratta e vinci”, videopoker, slot machines, lotto, lotterie e scommesse varie. Una volta ti giocavi quattro colonne di una schedina o i numeri che avevi ricevuto in sogno da tua nonna e stavi a posto; perché puntavi maggiori chances sulle tue capacità personali e professionali; ora che siamo in tempi dominati da insicurezza e paura è fatale che i tentativi di affidarsi alla botta di fortuna aumentino. Da una classifica stilata da A.GI.CO.S. (Azienda Giornalistica Concorsi e Scommesse), proprio le province più povere risultano le più dispendiose nell’acquisto “pro capite” di “gratta e vinci” e sono tutte al Sud. Una volta ho acquistato anch’io il mio bravo “gratta e vinci” da 2 euro, pensando che sarebbe stato l’unico, anche se avessi vinto. Dopo averlo grattato, mi accorsi di aver vinto proprio 2 euro e corsi dal rivenditore per incassare la vincita. Lui mi disse che non mi poteva pagare, ma darmi un altro biglietto da 2 euro che dovetti accettare e che, naturalmente, non risultò vincente. Ai tempi del duce nel “paniere”, assieme ad un’altra decina di prodotti, figurava l’olio di ricino che alleggeriva parecchio; al primo posto del paniere di oggi, che comprende ben 1398 prodotti di consumo, figura il gioco delle “lotterie istantanee”che non s’ingurgita; ma alleggerisce lo stesso.
Buona vita!
maestrocastello
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