giovedì 5 luglio 2012

Limitare gli sprechi

Questa crisi non ci abbandonerà fino a quando resteremo nella convinzione che la si possa superare solo grazie a ricette di tecnici qualificati o a pozioni miracolose di qualche sciamano prestato alla politica e non guadagneremo  invece la convinzione che i tempi dello scialacquìo generale non potranno più ritornare, che bisogna partire dal singolo, mutando ad esempio, lo stile di vita di ciascuno. Pensateci bene, all’inizio della crisi molti si sono visti persi al solo pensiero che avrebbero dovuto rinunciare a tante futili comodità che si erano via via concesse nel corso di questi anni, come il garage per la seconda macchina, l’abbonamento per le partite di calcio, l’iPhone che si collega ad internet in qualsiasi momento, il televisore in ogni stanza, il telefono cellulare che ce l’aveva pure il gatto di casa e… potremmo continuare. Ci pensate quanto spreco facciamo? Finché poteva permetterselo l’intero pianeta, ci abbiamo prestato poca attenzione, poi la crisi ha messo noi personalmente nella condizione di dover contrarre le spese e, di conseguenza, ridurre gli sprechi e di questo il pianeta Terra ci ringrazierà. Secondo i dati della FAO, un terzo della produzione mondiale di cibo viene sprecata. Ovviamente non solo gli sprechi della nostra tavola. Ci sono gli sprechi del produttore, quelli del distributore e del rivenditore. C’è lo spreco dei costi di produzione e distribuzione. Lo spreco del mancato raccolto (Nel 2010 nel mondo sono stati sprecati 900 milioni di metri cubi di acqua, a causa del mancato raccolto di 6,5 milioni di tonnellate di frutta e verdura lasciata a marcire nei campi, in barba a tanta gente che muore letteralmente di fame). C’è lo smaltimento dello scarto stesso. Potremmo continuare così a lungo. L’unico modo in cui possiamo incidere direttamente ed indirettamente è limitare i nostri sprechi personali. Acquistare il giusto e consumarlo per intero; non lasciarsi tentare da offerte speciali che non possiamo poi mangiare. Lasciando passare in dispensa o in frigo la data di scadenza (uova, scatolame, pane, latte, formaggi, affettati ecc..). Trovo davvero utile quanto affascinante  a livello gastronomico il riutilizzo degli scarti degli alimenti. Così affascinante, etico e necessario, da essere diventato un filone nascente (ma strutturato) della nostra cucina. Ed ecco che le foglie del broccolo finiscono nel minestrone, la frutta troppo matura diventa un gustoso frullato che delizia il palato dei nostri figli, la buccia del limone invece di finire nel pattume, viene grattugiata sul pesce o messa nell’impasto del ciambelline, rendendolo incredibilmente aromatico. Navigando sul web e frugando nei vari libri di cucina possiamo recuperare le ricette della nostra tradizione, contribuendo a tramandarle e a non disperderle. Chi ha qualche annetto come me, ricorderà ad esempio il pancotto, antica ricetta, io dico pugliese; ma sarà sicuramente appartenuta a tutta quella gente che non se la doveva passare tanto bene ed utilizzava anche il pane raffermo che lessato per alcuni minuti in acqua contenente bietole già cotte, qualche patata lessa  e condito con soffritto di aglio, olio e peperoncino piccante diventava una prelibatezza per palati raffinati.  Ecco che la consapevolezza di ridurre gli sprechi, oltre ad essere un dovere etico e morale, diventa anche una necessità economica e di gusto che può migliorare il nostro stile di vita, crisi o non crisi.
Buona vita!
maestrocastello

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