Quella di premiare il merito in Italia è un’idea antica, mai attuata e divenuta ormai un rompicapo; tant’è che in molti sono convinti che da noi non sia attuabile. Renzi l’ha riproposta per la pubblica amministrazione e subito sono sorte inevitabili malintesi. Chi arà preposto a giudicare la maggiore preparazione e l’impegno di un impiegato rispetto ad un altro o di un insegnante rispetto al suo collega di classe o di sezione? Sorge il sospetto che venga delegata questa funzione alla discrezionalità di un dirigente, interessato magari a premiare la fedeltà e l’omertà; piuttosto che l’impegno e la produttività del sottoposto. Intanto il problema esiste e prima o poi andrà affrontato e risolto in qualche modo. E’ innegabile che non tutti lavorano e rendono alla stessa maniera ed il maggiore impegno andrebbe riconosciuto e premiato. Cito un esempio: lunedì ho passato un’intera mattinata in un ufficio postale per pagare 2 bollettini. L’impiegato allo sportello era lento, spesso spariva per decine di minuti; quasi 2 ore per sbrigare appena 32 clienti (faceva fede il display) e la gente mormorava:” ma quanti caffè prendono questi impiegati?” Ed ecco che verso le 11 e trenta gli dà il cambio una ragazza che in meno di 20 minuti serve 28 persone e così arriva il mio turno che avevo il numero 60 ed esco. Secondo voi chi ha mostrato più impegno fra i due? Chi andrebbe premiato? Magari quello lento, alla fine del mese percepisce uno stipendio anche più alto della ragazza, grazie solo all’anzianità di servizio! Succede la stessa cosa un po’ dappertutto e sarebbe ora di mettere ordine, specie nella pubblica amministrazione, dove il clientelismo impera fin dal 1860, quando, unificata l’Italia, fu creata la pubblica amministrazione, reclutando dirigenti fra gli ufficiali dell’esercito savoiardo che non avevano più nulla da unificare e andavano in qualche modo impiegati. Nessuno lo sa, ma nelle pubbliche amministrazioni esiste già una forma di retribuzione legata ai risultati, una delle poche, almeno in parte efficaci. Si tratta del cosiddetto “ incentivo alla progettazione “ della legge Merloni sui Lavori Pubblici del 1994, una forma di retribuzione incentivante che funziona in quanto è legata a risultati verificabili oggettivamente. Nei prossimi mesi verificheremo se il governo Renzi avrà “le palle” per generalizzare tale meccanismo, oppure si tratta dei soliti annunci e delle solite pagliacciate all’italiana.
Buona vita!
maestrocastello
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maestrocastello
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