venerdì 7 ottobre 2011

Siate affamati, siate folli!


Steve Jobs è morto  prematuramente e tutti noi siamo stati colti da sindrome da abbandono e, come succede in questi casi,abbiamo  dato fondo a tutto il nostro bagaglio di retorica per definirlo con i termini più inconsueti: “l’uomo che ha inventato il futuro”, “il Leonardo Da Vinci di oggi”, “il re Mida moderno”. A “cadavere ancora caldo”, l’esaltazione, si sa,  gioca brutti scherzi e fa smarrire facilmente quei giudizi di obiettività a cui dovremmo  far riferimento sempre. La scomparsa di Jobs colpisce milioni di noi che  abbiamo fatto file per tutti i suoi prodotti (iPod, iPhon, iPad); li abbiamo attesi, comprati ed ostentati con orgoglio e ancora venduti e ricomprati come ultimo modello. E’ impossibile non riconoscere il genio di un uomo che, a partire dall’11 settembre, con i suoi prodotti è entrato nella vita quotidiana di miliardi di individui di tutto il mondo. Ciascuno di noi ha portato in tasca un pezzetto di quella mela “mozzicata” che lui ha trasformato in un marchio di fama planetaria. Alcuni suoi nemici, invece, gioiscono perché con la sua scomparsa dicono che “finisce la sua influenza maligna sul mondo del software”.Noi ci permettiamo alcune riflessioni. Ammiriamo innanzitutto il modo dignitoso di aver gestito la sua pancreatite, la caparbietà di un uomo che aveva un’inventiva geniale, dimostrando di saper osare oltre il lecito e che ci lascia in eredità questo insegnamento: “Siate affamati, siate folli!”. Si dice che il mondo è cambiato grazie a tre mele: la mela di Adamo ed Eva, la mela di Newton e la mela di Jobs. Forse fra dieci anni guarderemo l’iPhone come ora guardiamo i primi processori; ma ci auguriamo che altre menti sappiano prendere esempio da Steve Jobs e regalarci altri gioielli di tecnologia. Se ciò non dovesse accadere, l’insegnamento di Jobs sarà stato vano ed il mondo sarà certamente più povero.
Buona vita!
maestrocastello

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