martedì 15 maggio 2012

Disabilità e buon senso.


Siamo onesti con noi stessi ed ammettiamo che ancora nel duemiladodici facciamo fatica ad accettare le diversità, che siano esse fisiche o che riguardino scelte religiose o sessuali diverse dal comune; non fa alcuna differenza. Prendiamo i disabili o comunemente detti handicappati. Quando ci imbattiamo in un posto di parcheggio a loro riservato, rigorosamente vuoto, ed in giro non c’è un posto libero manco a pagarlo oro; siamo presi da pensieri di rabbia: “Guarda questi rompicoglioni, tutte le comodità a spese nostre e nemmeno gli serve; tutto spazio sprecato… tanto è per poco! “ e gli occupiamo il posto; salvo doverlo liberare subito dopo, imbeccati dalla voce della direzione del centro commerciale, dove siamo appena entrati. Il termine “handicap” fu preso in prestito dal mondo dell’ippica ed indica una penalità; ma non piaceva; allora si pensò di sostituirlo col termine “disabile” che è formato da dis + abile, dove dis sta per “diverso”; ma qualche cervellone si svegliò la mattina e ritenendo che dis fosse una parolaccia, decise di ribattezzare il termine con “diversamente abile”. La politica, si sa, spesso  risolve le cose con le chiacchiere, e se la cavò con questo nuovo battesimo, facendo inoltre predisporre qualche scivolo davanti alle scuole e agli uffici pubblici e disegnando rettangoli gialli di parcheggio per gente in carrozzina che nessuno rispetta; ma, allo stesso tempo, taglia i fondi alle famiglie con figli portatori di handicap e non ha educato mai  tutti noi che i cittadini sono tutti uguali, con gli stessi doveri ed uguali diritti e chi è in difficoltà, va messo nelle stesse condizioni di noi così detti “normali”. Si spiega così che quelli che sono dei diritti dei disabili, vengano spesso confusi come  privilegi. Pensate che una persona in carrozzina non preferirebbe di gran lunga poter camminare con le proprie gambe; piuttosto che trovare un posto sempre pronto per poter parcheggiare? Il problema dei falsi invalidi è un’altra cosa, ma non fa parte del post odierno. Dovremmo avere tutti una grande dose di buon senso, abili e disabili. Chi frega il posto riservato ad un diversamente abile, gli nega un diritto sacrosanto e di esempi ne vediamo tutti i giorni; ma assistiamo pure a scene dove la mancanza di buon senso riguarda anche il disabile. A certi non difetta solo il poter deambulare, ma hanno limitato anche il cervello. La scorsa settimana ero nei pressi di un mercatino rionale e faceva molto caldo. Noto un giovane dai tratti asiatici che stazionava, all’interno del suo furgone, in un tratto di strada ombreggiato e degli altri automobilisti, in cerca di frescura, che lo stavano imitando. Il poverino non s’era accorto che il suo automezzo ostruiva l’accesso ad un posto riservato ad automobilisti muniti di contrassegno handicap. Non capita che di lì a poco arriva un’auto munita di tale contrassegno, intenta a guadagnare proprio quel posto libero? Si accorge che il furgone è di ostacolo e inizia a strombazzare col clacson in maniera sempre più assordante, con l’intento per far spostare il muso giallo che era all’interno del suo mezzo e non s’era accorto di nulla.  Probabilmente il tizio era in cuffia ad ascoltare musica. Nel frattempo quel clacson si fa sempre più imperioso ed ecco che scende una signora, perfettamente deambulante, che si avvicina minacciosa al giovane “occhi a mandorla” e lascia partire insulti di stampo razzista degni di uno scaricatore di porto. Il giovane finalmente si accorge, sposta il suo mezzo, e porge le sue scuse alla signora che continua imperterrita ad offendere, sotto lo sguardo allibito di una folta platea di curiosi che disapprovano le sue frasi ingiuriose, compreso chi vi sta scrivendo. Mi chiedo: dov’è finito il buon senso? Per certe persone esistono solamente i diritti. Saranno pure diversamente abili; ma sono ugualmente stronze!
Buona vita!
maestrocastello

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