Siamo onesti con noi stessi ed ammettiamo che ancora nel duemiladodici
facciamo fatica ad accettare le diversità, che siano esse fisiche o che
riguardino scelte religiose o sessuali diverse dal comune; non fa alcuna
differenza. Prendiamo i disabili o comunemente detti handicappati. Quando ci
imbattiamo in un posto di parcheggio a loro riservato, rigorosamente vuoto, ed
in giro non c’è un posto libero manco a pagarlo oro; siamo presi da pensieri di
rabbia: “Guarda questi rompicoglioni, tutte le comodità a spese nostre e
nemmeno gli serve; tutto spazio sprecato… tanto è per poco! “ e gli occupiamo
il posto; salvo doverlo liberare subito dopo, imbeccati dalla voce della
direzione del centro commerciale, dove siamo appena entrati. Il termine
“handicap” fu preso in prestito dal mondo dell’ippica ed indica una penalità; ma
non piaceva; allora si pensò di sostituirlo col termine “disabile” che è
formato da dis + abile, dove dis sta per “diverso”; ma qualche cervellone si
svegliò la mattina e ritenendo che dis fosse una parolaccia, decise di
ribattezzare il termine con “diversamente abile”. La politica, si sa, spesso risolve le cose con le chiacchiere, e se la
cavò con questo nuovo battesimo, facendo inoltre predisporre qualche scivolo
davanti alle scuole e agli uffici pubblici e disegnando rettangoli gialli di
parcheggio per gente in carrozzina che nessuno rispetta; ma, allo stesso tempo,
taglia i fondi alle famiglie con figli portatori di handicap e non ha educato mai
tutti noi che i cittadini sono tutti
uguali, con gli stessi doveri ed uguali diritti e chi è in difficoltà, va messo
nelle stesse condizioni di noi così detti “normali”. Si spiega così che quelli
che sono dei diritti dei disabili, vengano spesso confusi come privilegi. Pensate che una persona in
carrozzina non preferirebbe di gran lunga poter camminare con le proprie gambe;
piuttosto che trovare un posto sempre pronto per poter parcheggiare? Il
problema dei falsi invalidi è un’altra cosa, ma non fa parte del post odierno.
Dovremmo avere tutti una grande dose di buon senso, abili e disabili. Chi frega
il posto riservato ad un diversamente abile, gli nega un diritto sacrosanto e
di esempi ne vediamo tutti i giorni; ma assistiamo pure a scene dove la
mancanza di buon senso riguarda anche il disabile. A certi non difetta solo il
poter deambulare, ma hanno limitato anche il cervello. La scorsa settimana ero
nei pressi di un mercatino rionale e faceva molto caldo. Noto un giovane dai
tratti asiatici che stazionava, all’interno del suo furgone, in un tratto di
strada ombreggiato e degli altri automobilisti, in cerca di frescura, che lo
stavano imitando. Il poverino non s’era accorto che il suo automezzo ostruiva l’accesso
ad un posto riservato ad automobilisti muniti di contrassegno handicap. Non
capita che di lì a poco arriva un’auto munita di tale contrassegno, intenta a
guadagnare proprio quel posto libero? Si accorge che il furgone è di ostacolo e
inizia a strombazzare col clacson in maniera sempre più assordante, con l’intento
per far spostare il muso giallo che era all’interno del suo mezzo e non s’era
accorto di nulla. Probabilmente il tizio
era in cuffia ad ascoltare musica. Nel frattempo quel clacson si fa sempre più
imperioso ed ecco che scende una signora, perfettamente deambulante, che si
avvicina minacciosa al giovane “occhi a mandorla” e lascia partire insulti di
stampo razzista degni di uno scaricatore di porto. Il giovane finalmente si
accorge, sposta il suo mezzo, e porge le sue scuse alla signora che continua
imperterrita ad offendere, sotto lo sguardo allibito di una folta platea di
curiosi che disapprovano le sue frasi ingiuriose, compreso chi vi sta scrivendo.
Mi chiedo: dov’è finito il buon senso? Per certe persone esistono solamente i
diritti. Saranno pure diversamente abili; ma sono ugualmente stronze!
Buona vita!
maestrocastello
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