martedì 9 aprile 2013

Un re senza corona.


Era la seconda nota della scala musicale, abitava proprio sotto il rigo, e per combinazione vedeva al piano di sopra un "mi" che aveva una corona grossa così. Sapete, i musicisti mettono un segno detto "corona" su certe note, per far sapere al suonatore:
-Questa nota coronata puoi tenerla lunga quanto ti pare, fin che ti basta il fiato...
Così può capitare che un mi abbia la corona, e sta bene. Può capitare che ce l'abbia un sol ma questo è spiegabile, perché è la quinta nota della scala musicale, e la quinta nota si chiama anche "dominante". E può capitare che un "re" non ce l'abbia affatto. La stragrande maggioranza dei "re" musicali non hanno mai avuto corona e non se ne sono mai lamentati con nessuno.
Ma questo re si lamentava e non ne voleva sapere.
- L'autore, - egli diceva, - mi ha trascurato indegnamente. Darò le dimissioni -.
Difatti si dimise e se ne andò. Al suo posto, rimasto vuoto, il musicista dovette mettere il segno di pausa.
Ora, quando suono quel pezzo sul mio violino, giunto in quel punto debbo fare un attimo di silenzio in ricordo del re scontento.
(Dal libro degli  errori di Gianni Rodari.)

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La gustosa storiella è istruttiva dal punto di vista musicale, quanto utile per una qualche riflessione. Domanda: un re è tale solo perché ha in testa una corona? E un monaco lo riconoscete solo dal saio che indossa? Quanti tipi sono vestiti da brave persone e invece non lo sono affatto! A tal proposito mi torna alla mente una traduzione dal latino delle scuole ginnasiali: un giorno a Erode Attico, persona saggia ed eloquente, si presentò un uomo con un mantello e la barba che gli arrivava alle ginocchia, chiedendogli denaro per il pane. Erode gli chiese chi fosse e l'uomo rispose con espressione adirata: "Perché non è evidente che sono un filosofo?". "Quello che mi è evidente - disse Erode - è una barba e un mantello; invece non mi è evidente il filosofo, almeno che tu non porti degli argomenti!". Quando i suoi collaboratori gli riferirono che l'uomo, in verità, era un impostore, un irascibile e buono a nulla; Erode disse:"Diamogli del denaro, qualunque sia il suo carattere, non perché sia un uomo costui; ma perché siamo uomini noi" e ordinò di dargli denaro sufficiente per acquistare pane per trenta giorni. 
Buona vita!
maestrocastello





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