venerdì 26 aprile 2013

Venticinque aprile, il giorno dopo.


Ho aspettato a parlare di 25 aprile il giorno dopo, e  di proposito, perché ogni anno questa ricorrenza ci riserva delle sorprese. Ieri le tre massime autorità dello Stato hanno deposto corone in cerimonie a cui hanno partecipato quasi tutti, meno i grillini. Come volevasi dimostrare! Questa che dovrebbe essere la festa di tutti gli italiani, non per niente giorno di festa nazionale, è da sempre considerata cosa di proprietà esclusiva di una sola parte di cittadini che si sentono i depositari della storia, tendendo ad escludere chi la pensa in  modo diverso. La contrapposizione delle idee è regola essenziale di una democrazia: si discute e magari si litiga; ma si cerca una mediazione e un possibile accordo tra le parti. La contrapposizione netta che non ammette dialogo, quella sì che è pericolosa e ne sappiamo qualcosa dalle difficoltà incontrate dalla politica recente per poter eleggere i presidenti delle Camere, il capo dello Stato e quanto si stia sudando per mettere in piedi uno straccio di governo. La protesta è legittima, ma va fatta all’interno delle istituzioni, specie per chi ha ricevuto un mandato popolare, e non agitando le piazze. L’esasperazione del malcontento attraverso l’ossessionante ripetitività di malfunzionamenti al fine di creare una diffusa protesta popolare è pericolosa, perché può sfociare in violenza e su tale terreno può attecchire qualsiasi cosa diversa dalla democrazia. Il venticinque aprile deve ricordarci che uomini e donne hanno dato la vita perché  potessimo manifestare liberamente i nostri dissensi; altrimenti non resta che il coprifuoco.
Buona vita!
maestrocastello 

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