Ho aspettato a parlare di
25 aprile il giorno dopo, e di
proposito, perché ogni anno questa ricorrenza ci riserva delle sorprese. Ieri
le tre massime autorità dello Stato hanno deposto corone in cerimonie a cui hanno
partecipato quasi tutti, meno i grillini. Come volevasi dimostrare! Questa che
dovrebbe essere la festa di tutti gli italiani, non per niente giorno di festa
nazionale, è da sempre considerata cosa di proprietà esclusiva di una sola
parte di cittadini che si sentono i depositari della storia, tendendo ad
escludere chi la pensa in modo diverso.
La contrapposizione delle idee è regola essenziale di una democrazia: si
discute e magari si litiga; ma si cerca una mediazione e un possibile accordo
tra le parti. La contrapposizione netta che non ammette dialogo, quella sì che
è pericolosa e ne sappiamo qualcosa dalle difficoltà incontrate dalla politica
recente per poter eleggere i presidenti delle Camere, il capo dello Stato e
quanto si stia sudando per mettere in piedi uno straccio di governo. La
protesta è legittima, ma va fatta all’interno delle istituzioni, specie per chi
ha ricevuto un mandato popolare, e non agitando le piazze. L’esasperazione del
malcontento attraverso l’ossessionante ripetitività di malfunzionamenti al fine
di creare una diffusa protesta popolare è pericolosa, perché può sfociare in
violenza e su tale terreno può attecchire qualsiasi cosa diversa dalla
democrazia. Il venticinque aprile deve ricordarci che uomini e donne hanno dato
la vita perché potessimo manifestare
liberamente i nostri dissensi; altrimenti non resta che il coprifuoco.
Buona vita!
maestrocastello
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