venerdì 1 novembre 2013

Il mondo nelle mani.

Viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il futuro del pianeta Terra è soprattutto nelle nostre mani: ciò che avrà luogo domani dipenderà, in buona parte, dalle scelte che la comunità umana farà oggi. Terribile perché la nostra generazione è la prima comparsa sulla terra ad avere il potere di distruggere in poco tempo quello che ci proviene dal passato, rischiando di compromettere irrimediabilmente il futuro del Pianeta. Troppo a cuor leggero la specie umana, in nome del progresso, interviene rapidamente e profondamente sui cicli dell'intera biosfera, quella fascia costituita da acqua, aria e suolo, ove è possibile l'esistenza ed il mantenimento del fenomeno vita. I tempi d'intervento dell'uomo sono brevissimi rispetto a quelli dell'evoluzione geologica e biologica, l'uomo agisce, pur disconoscendo tutti gli effetti a breve e lungo termine di questo continuo intervento. Il saggio Plinio, nella sua “Naturalis Historia”, già duemila anni fa avvertiva: “Tentiamo di raggiungere tutte le fibre della terra e viviamo sopra le cavità che vi abbiamo prodotto, meravigliandoci che talvolta essa si spalanchi o si metta a tremare come se, in verità, non potesse esprimersi così l'indignazione della nostra sacra genitrice”. Fra qualche settimana ci tufferemo nella stagione invernale e, inevitabilmente, assisteremo a scene di panico e di dolore a causa di allagamenti, esondazioni, smottamenti, frane che fanno scivolare in basso interi paesi. Le frane di Sarno di undici anni fa sono il chiaro esempio di come la Natura si presenti a chiedere i danni. Mi domando come si può bucare un terreno ad alto rischio idrogeologico, costruirci sopra delle case e pretendere che queste resistano alle intemperie? Non dobbiamo avercela con la tecnologia, ma col suo uso sociale. L'uomo moderno, mi ostino a ripetere, è più barbaro di quelli che un tempo noi chiamavamo barbari, lui è senza scrupoli. In nome della modernità sta trasformando i mari in pantani, le città in pattumiere, invase di ciminiere ed accumuli di monnezza ed ora ha preso di mira i nostri paesini di montagna. Questi barbari moderni stanno compiendo un vero e proprio esproprio selvaggio dei nostri spazi, delle nostre vite e delle nostre anime. Se li lasciamo fare, per noi non ci sarà più futuro. Dice il saggio : " il mondo è nelle mani dei ricchi, negli occhi dei bambini e nel cuore dei poveri".
Buona vita!

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