Viviamo in un'epoca allo stesso tempo
affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il
futuro del pianeta Terra è soprattutto nelle nostre mani: ciò che
avrà luogo domani dipenderà, in buona parte, dalle scelte che la
comunità umana farà oggi. Terribile perché la nostra generazione è
la prima comparsa sulla terra ad avere il potere di distruggere in
poco tempo quello che ci proviene dal passato, rischiando di
compromettere irrimediabilmente il futuro del Pianeta. Troppo a cuor
leggero la specie umana, in nome del progresso, interviene
rapidamente e profondamente sui cicli dell'intera biosfera, quella
fascia costituita da acqua, aria e suolo, ove è possibile
l'esistenza ed il mantenimento del fenomeno vita. I tempi
d'intervento dell'uomo sono brevissimi rispetto a quelli
dell'evoluzione geologica e biologica, l'uomo agisce, pur
disconoscendo tutti gli effetti a breve e lungo termine di questo
continuo intervento. Il saggio Plinio, nella sua “Naturalis
Historia”, già duemila anni fa avvertiva: “Tentiamo di
raggiungere tutte le fibre della terra e viviamo sopra le cavità che
vi abbiamo prodotto, meravigliandoci che talvolta essa si spalanchi o
si metta a tremare come se, in verità, non potesse esprimersi così
l'indignazione della nostra sacra genitrice”. Fra qualche
settimana ci tufferemo nella stagione invernale e, inevitabilmente,
assisteremo a scene di panico e di dolore a causa di allagamenti,
esondazioni, smottamenti, frane che fanno scivolare in basso interi
paesi. Le frane di Sarno di undici anni fa sono il chiaro esempio di
come la Natura si presenti a chiedere i danni. Mi domando come si può
bucare un terreno ad alto rischio idrogeologico, costruirci sopra
delle case e pretendere che queste resistano alle intemperie? Non
dobbiamo avercela con la tecnologia, ma col suo uso sociale. L'uomo
moderno, mi ostino a ripetere, è più barbaro di quelli che un tempo
noi chiamavamo barbari, lui è senza scrupoli. In nome della
modernità sta trasformando i mari in pantani, le città in
pattumiere, invase di ciminiere ed accumuli di monnezza ed ora ha
preso di mira i nostri paesini di montagna. Questi barbari moderni
stanno compiendo un vero e proprio esproprio selvaggio dei nostri
spazi, delle nostre vite e delle nostre anime. Se li lasciamo fare,
per noi non ci sarà più futuro. Dice il saggio : " il mondo è
nelle mani dei ricchi, negli occhi dei bambini e nel cuore dei
poveri".
Buona vita!
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