sabato 11 gennaio 2014

La bellezza ci salverà.

LA REGGIA DI CARDITELLO.
Il mondo è un cassonetto intasato di notizie che hanno avuto vita breve e finite presto nel dimenticatoio. Grazie alle moderne tecnologie una notizia si consuma nell'arco di un giorno e quando è sera, sa già di stantio. Si va troppo di corsa e nessuno metabolizza più i fatti che avvengono e non si fa più in tempo a dare la giusta interpretazione agli avvenimenti in tempo reale, perché il mondo non effettua fermate. Compito di chi scrive è pescare in questa discarica dove l'umido è mescolato alla plastica e spesso non sai da dove iniziare. Quando prendi coraggio, afferri il mondo sul palmo di una mano ed inizi un lavoro precario, precario in quanto è fatto di parole che, se pur dette in buona fede, non hanno valore di scienza. Mentre rovisti trovi notizie rottamate di fresco, come quella sui saldi partiti con l'inizio dell'anno e pensi che tutti rivolgono l'attenzione al reparto vestiario, mentre pochi hanno capito che la gente cerca il saldo nei supermercati, dove spera di trovare il tre per due su panettoni, spumanti e cotechini invenduti a Natale, più che a vestirsi; si pensa al mangiare. Del resto, tu stesso, i tuoi panettoni residui non li stai utilizzando per far colazione al mattino? Poi spunta quella sul prelievo forzoso di 150 euro sullo stipendio degli insegnanti. Sono le solite incongruenze di tutti i governi: si rovista sempre nelle tasche dei poveri e nessuno pensa che sono ormai quattro anni che il primo gennaio al vecchietto che vive di sola pensione, questa non gli viene più rivalutata secondo il reale costo della vita. Quest'altra è stata rottamata da appena due giorni: “la disoccupazione italiana tocca il 27 per cento, mentre quella giovanile è arrivata al 48 percentuale”: significa che un giovane su due non ha ancora un'occupazione e campa su quella famosa pensioncina di cui dicevamo prima. Il vero problema non riguarda tanto l'oggi, quanto il futuro di questi giovani senza futuro. Sono così vanificati i nostri sforzi di farli studiare, tanto valeva avviarli ad un mestiere come si faceva una volta.
Il duemilaquattordici non doveva essere l'anno della ripresa economica? Ti rimbalzano sotto il naso notizie che dicono che si sta litigando da settimane su legge elettorale e nuove tasse su casa e rifiuti; ma un piano concreto per il lavoro non parte mai? Sei stufo di una classe politica solo vociante, di un Paese dove si specula su tutto: sui terremoti, sullo smaltimento dei rifiuti, sulla bonifica dei territori avvelenati da camorristi e che gli stessi vorrebbero metterci le mani dopo averli avvelenati. Il nostro è un Paese che si scandalizza per qualche omosessuale nella nazionale di calcio e non dei tanti condannati che siedono in Parlamento. Mentre rovisti ti chiedi se è possibile che ci siano solo brutte notizie. Ma ecco che ti capita finalmente quella buona che hanno appena rottamato: “Acquisita dallo Stato Italiano la reggia di Carditello, gioiello dell'architettura borbonica, ubicata tra Napoli e Caserta”. Dopo anni di abbandono e saccheggi con il rischio di finire nelle mani della camorra o, nella migliore delle ipotesi, di trasformarsi in resort turistico di lusso, questo gioiello italiano diventa finalmente patrimonio dello Stato. Che bello, ti dici, ma il problema sorge adesso, sapendo dell'incuria dello Stato Italiano verso l'immenso patrimonio artistico del nostro Bel Paese. Mai un politico che abbia compreso la grande fortuna di possedere tanti tesori dell'arte mondiale e, tutti insieme, proprio in Italia. L'ultimo romanzo dello scrittore americano Dan Brown :”La bellezza ci salverà” è un atto d'amore per la civiltà artistica e letteraria italiana che (sono le sue parole) “ non ha paragoni nel mondo”. Strano come le nostre bellezze artistiche, le nostre città d'arte e i nostri antichi Borghi colpiscano così tanto il visitatore e così poco noi stessi e il nostro sistema politico, che dedica loro spesso molte parole ma pochissimi fatti concreti. Forse siamo così assuefatti alla bellezza che non la notiamo più. Stiamo perdendo il senso della bellezza, non solo dei nostri monumenti e delle nostre opere d'arte, ma anche quella del mostro territorio, delle nostre campagne, dei boschi, delle spiagge incantate, della nostra gastronomia e non ci rendiamo conto che la bellezza sarà proprio il nostro investimento per il futuro. La bellezza è un indotto economico di incalcolabile portata e proprio la bellezza, come dice Dan Brown, ci salverà.

Buona vita!

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