LA REGGIA DI CARDITELLO. |
Il mondo è un cassonetto intasato di
notizie che hanno avuto vita breve e finite presto nel
dimenticatoio. Grazie alle moderne tecnologie una notizia si consuma
nell'arco di un giorno e quando è sera, sa già di stantio. Si va
troppo di corsa e nessuno metabolizza più i fatti che avvengono e
non si fa più in tempo a dare la giusta interpretazione agli
avvenimenti in tempo reale, perché il mondo non effettua fermate.
Compito di chi scrive è pescare in questa discarica dove l'umido è
mescolato alla plastica e spesso non sai da dove iniziare. Quando
prendi coraggio, afferri il mondo sul palmo di una mano ed inizi un
lavoro precario, precario in quanto è fatto di parole che, se pur
dette in buona fede, non hanno valore di scienza. Mentre rovisti
trovi notizie rottamate di fresco, come quella sui saldi partiti con
l'inizio dell'anno e pensi che tutti rivolgono l'attenzione al
reparto vestiario, mentre pochi hanno capito che la gente cerca il
saldo nei supermercati, dove spera di trovare il tre per due su
panettoni, spumanti e cotechini invenduti a Natale, più che a
vestirsi; si pensa al mangiare. Del resto, tu stesso, i tuoi
panettoni residui non li stai utilizzando per far colazione al
mattino? Poi spunta quella sul prelievo forzoso di 150 euro sullo
stipendio degli insegnanti. Sono le solite incongruenze di tutti i
governi: si rovista sempre nelle tasche dei poveri e nessuno pensa
che sono ormai quattro anni che il primo gennaio al vecchietto che
vive di sola pensione, questa non gli viene più rivalutata secondo
il reale costo della vita. Quest'altra è stata rottamata da appena
due giorni: “la disoccupazione italiana tocca il 27 per cento,
mentre quella giovanile è arrivata al 48 percentuale”: significa
che un giovane su due non ha ancora un'occupazione e campa su quella
famosa pensioncina di cui dicevamo prima. Il vero problema non
riguarda tanto l'oggi, quanto il futuro di questi giovani senza
futuro. Sono così vanificati i nostri sforzi di farli studiare,
tanto valeva avviarli ad un mestiere come si faceva una volta.
Il duemilaquattordici non doveva essere
l'anno della ripresa economica? Ti rimbalzano sotto il naso notizie
che dicono che si sta litigando da settimane su legge elettorale e
nuove tasse su casa e rifiuti; ma un piano concreto per il lavoro
non parte mai? Sei stufo di una classe politica solo vociante, di un
Paese dove si specula su tutto: sui terremoti, sullo smaltimento dei
rifiuti, sulla bonifica dei territori avvelenati da camorristi e che
gli stessi vorrebbero metterci le mani dopo averli avvelenati. Il
nostro è un Paese che si scandalizza per qualche omosessuale nella
nazionale di calcio e non dei tanti condannati che siedono in
Parlamento. Mentre rovisti ti chiedi se è possibile che ci
siano solo brutte notizie. Ma ecco che ti capita finalmente quella
buona che hanno appena rottamato: “Acquisita dallo Stato Italiano
la reggia di Carditello, gioiello dell'architettura borbonica,
ubicata tra Napoli e Caserta”. Dopo anni di abbandono e saccheggi
con il rischio di finire nelle mani della camorra o, nella migliore
delle ipotesi, di trasformarsi in resort turistico di lusso, questo
gioiello italiano diventa finalmente patrimonio dello Stato. Che
bello, ti dici, ma il problema sorge adesso, sapendo dell'incuria
dello Stato Italiano verso l'immenso patrimonio artistico del nostro
Bel Paese. Mai un politico che abbia compreso la grande fortuna di
possedere tanti tesori dell'arte mondiale e, tutti insieme, proprio
in Italia. L'ultimo romanzo dello scrittore americano Dan Brown :”La
bellezza ci salverà” è un atto d'amore per la civiltà artistica
e letteraria italiana che (sono le sue parole) “ non ha paragoni
nel mondo”. Strano come le nostre bellezze artistiche, le nostre
città d'arte e i nostri antichi Borghi colpiscano così tanto il
visitatore e così poco noi stessi e il nostro sistema politico, che
dedica loro spesso molte parole ma pochissimi fatti concreti. Forse
siamo così assuefatti alla bellezza che non la notiamo più. Stiamo
perdendo il senso della bellezza, non solo dei nostri monumenti e
delle nostre opere d'arte, ma anche quella del mostro territorio,
delle nostre campagne, dei boschi, delle spiagge incantate, della
nostra gastronomia e non ci rendiamo conto che la bellezza sarà
proprio il nostro investimento per il futuro. La bellezza è un
indotto economico di incalcolabile portata e proprio la bellezza,
come dice Dan Brown, ci salverà.
Buona vita!
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