venerdì 31 gennaio 2014

Educare a suon di botte.

Chi non conosce il detto “Mazze e panelle, fanno i figli  belli; panelle senza mazze, fanno i figli pazzi”? Detto molto praticato in passato. Molti di noi sono stati allevati più a mazze che a panelle, perché un tempo era pratica ricorrente sia in casa che a scuola. Mi sono sempre interrogato sull'attendibilità di tale proverbio con cui molti genitori tendono a giustificare atti di violenza nei confronti dei propri figli, senza preoccuparsi di instaurare un sano dialogo con i bambini. Una sculacciata i figli la meriterebbero ogni tanto e proprio qui nasce il problema se e fino a che punto sia lecito picchiare i figli. La mia convinzione di genitore e uomo di scuola è che non sia lecito e neanche opportuno alzare le mani sui figli, le botte non servono in educazione o meglio servono proprio a poco! Nella cultura popolare si dice che le sberle arrivano quando le parole finiscono. Le percosse, comunque, non sono il migliore mezzo di convincimento e persuasione; le maniere forti, nel migliore dei casi, creano nei figli indisposizione, ribellione e violenza, anche se repressa. Allora il proverbio? Credo non ci sia contraddizione tra l'inopportunità delle botte ed il messaggio del proverbio. I termini vanno presi in senso metaforico, dove panelle sono le cure di cui hanno bisogno i figli nella loro crescita, che non è determinata dalla consumazione di solo pane, ma da tanti altri fattori, quali amore, cura, stima, sostegno, vitto, alloggio e ... paghetta. Le mazze sono tutti gli interventi messi in essere dai genitori per inculcare valori e buoni comportamenti. Il modo migliore resta l'esempio della propria vita, opportuni rimproveri ed eventuali punizioni a fin di bene, ma che non siano corporali. I genitori devono essere autorevoli e mai autoritari, devono coltivare il dialogo e la stima reciproca, devono studiare modi diversi senza rompere l’equilibrio affettivo e senza minacciare l’autostima come genitori.In educazione le percosse non servono a nulla. Dice Emil Cioran che “Fra uno schiaffo e un’indelicatezza si sopporta meglio uno schiaffo.
Buona vita!



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