giovedì 6 febbraio 2014

E’ in pensione da due anni, ma ogni mattina si reca al lavoro.

E’ quello che fa tutte le mattine il maresciallo Giovanni Ciuffreda, ex vigile urbano di Foggia, classe 1947, in pensione dopo quarant’anni di onorato servizio. La notizia, ovviamente  si presta a varie interpretazioni, specialmente in un momento di crisi lavorativa come l’attuale. “Perché non se ne sta a casa?” commenta uno, “ faccia largo ai giovani!”. C’è chi lo relega davanti ad una scuola nell’ora d’uscita dei bambini o lo invita a starsene a casa a dedicarsi ai nipoti. In verità, Ciuffrida si presenta puntualmente in caserma, mettendo a disposizione dei colleghi in servizio la propria esperienza e professionalità senza percepisce compensi. Non credo comunque che il vigile vada in caserma a lavorare, che maneggi computer o abbia accesso ai dati sensibili  in possesso dell’ufficio che sono coperti dalla privacy. L’esperienza e la professionalità di queste persone sono una fonte inestimabile di consigli per le nuove leve e si disperde, purtroppo, nel momento stesso che vanno in pensione e, se non si sono coltivati interessi che prescindono dal servizio, per queste persone si entra nello stadio di inedia che uccide chi si limita semplicemente ad appendere la propria vita ad un chiodo. Le amministrazioni, se lo ritengono necessario, possono sì stipulare un contratto di consulenza esterna ed usufruire delle prestazioni di questi soggetti; ma vi pare che con l’aria che tira, si possa pensare a stipulare contratti di consulenza ad ex dipendenti, quando si riesce appena a pagare lo stipendio al personale in servizio?
Pure voi pensate che “una volta in pensione, fuori da c…….” ?

Buona vita!

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