Tutti i santi giorni in televisione ci ricordano di pagare
il canone, sembra il tetro “Ricordati che devi morire” di antica memoria. In
Italia, si sa che non tutti pagano le tasse e ne conosco a decine che non
pagano il canone e mi prendono anche per il culo, perché io lo faccio. Ieri
sera San Remo, già, io non l’avrei fatto; se non altro per lanciare un segnale
al Paese. Dicono che i due operai sulle transenne sia stata solo una
sceneggiata, tutto architettato per alzare la visibilità, sarà!, ma la realtà è proprio questa: c’è
gente che perde il posto di lavoro, che non percepisce lo stipendio da mesi e
sapere dei compensi milionari a certi personaggi fa male e ti fa pentire di
aver fatto la fila alla posta a pagare il canone della televisione. Si
festeggia la RAI e lo fanno quelli che succhiano continuamente alle sue
mammelle (come dice Granellini), in cerca di visibilità, per farsi propaganda
politica o per piazzarci l’amico e il parente a leggere il telegiornale. Fateci
caso, quando ci sono problemi, quelli che tirano i fili sono bravi a
distogliere l’attenzione della gente verso il pallone e le canzonette e fanno
sempre centro! Pure io l’ho visto San
Remo, sarei bugiardo a dire il contrario; ma per me il vero festival è rimasto quello di
quando ero bambino al paese, che si andava a casa del vicino, armati di sedia, ad entusiasmarci
per il saltino di Joe Sentieri. Eravamo
stupidi? No, semplicemente più semplici e più veri e per me questa è bellezza.
Buona vita!mercoledì 19 febbraio 2014
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