giovedì 13 marzo 2014

La Chiesa secondo Francesco.

Un solo anno e senza tanti bla bla, come fanno i politici, quest'umile gesuita ha conquistato proprio tutti, credenti e non, e si avvia a portare profondi cambiamenti in seno alla Chiesa. E' il 266° pontefice e mai nessuno prima di lui aveva compreso come il cristiano si sia discostato troppo dai dettami del Vangelo e per questo lui pretende povertà e semplicità, soprattutto da parte del clero clero. Pretende che la Chiesa si ammorbidisca verso tanti figli che si trovano a vivere situazioni di diversità (o per scelta o non dipendenti dalla propria volontà) e regole arcaiche li tengono ai margini della comunità cristiana. “Chi sono io per giudicare un gay?” . La povertà e la semplicità  lui non la predica solamente, ma fa parte del proprio stile di vita. Non recita, i suoi non sono spot pubblicitari quando lo vediamo guidare la sua vecchia automobilina bianca, quando si siede fra la gente agli ultimi banchi o quando telefona alle suore spagnole solo per fare un saluto, quando prende l'autobus insieme agli altri preti e pretende pagare il biglietto. E' assurto, non a caso, sulle maggiori testate giornalistiche mondiali e lo hanno candidato al Nobel per la pace. Guardiamolo come un segnale divino, l'averci inviato questo San Francesco moderno, ed è giusto un anno proprio oggi, lasciamo che  spalanchi del tutto le finestre della Chiesa romana, per far entrare la nuova aria di cui il mondo ha bisogno.
Forza Francesco, lunga vita!

maestrocastello

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