Un solo anno e senza tanti
bla bla, come fanno i politici, quest'umile gesuita ha conquistato proprio
tutti, credenti e non, e si avvia a portare profondi cambiamenti in seno alla
Chiesa. E' il 266° pontefice e mai nessuno prima di lui aveva compreso come il
cristiano si sia discostato troppo dai dettami del Vangelo e per questo lui
pretende povertà e semplicità, soprattutto da parte del clero clero. Pretende
che la Chiesa si ammorbidisca verso tanti figli che si trovano a vivere
situazioni di diversità (o per scelta o non dipendenti dalla propria volontà) e
regole arcaiche li tengono ai margini della comunità cristiana. “Chi sono io
per giudicare un gay?” . La povertà e la semplicità lui non la
predica solamente, ma fa parte del proprio stile di vita. Non recita, i suoi
non sono spot pubblicitari quando lo vediamo guidare la sua vecchia
automobilina bianca, quando si siede fra la gente agli ultimi banchi o quando
telefona alle suore spagnole solo per fare un saluto, quando prende l'autobus
insieme agli altri preti e pretende pagare il biglietto. E' assurto, non a
caso, sulle maggiori testate giornalistiche mondiali e lo hanno candidato al Nobel per la
pace. Guardiamolo come un segnale divino, l'averci inviato questo San Francesco
moderno, ed è giusto un anno proprio oggi, lasciamo che spalanchi del tutto le finestre della
Chiesa romana, per far entrare la nuova aria di cui il mondo ha bisogno.
Forza
Francesco, lunga vita!
maestrocastello
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