venerdì 5 agosto 2016

È morta Anna Marchesini




Addio, bella figheira!

- E che so' ste facce tristi, sembra che siamo a un funerale!
Così avrebbe esordito Anna Marchesini ieri l'altro nella chiesa di Sant'Andrea di Orviero, appunto, alla cerimonia funebre che la vedeva come protagonista principale,
Quest'anno ci hanno lasciato colossi dello spettacolo, del cinema e della televisione italiana e ci sentiamo più orfani che mai.
Anna Marchesini, gravemente malata da anni di artrite reumatoide, ci ha lasciato con l'ironia, il garbo e la capacita' di ridere di se' stessa che l'ha sempre caratterizzata.
Nel suo sito racconta: " Ho già adocchiato una vetrinetta in sala riunioni con un piccolo cofanetto verde di porcellana, credo.
Ritengo sia ideale per contenere le mie ceneri. E' una aspirazione che piano piano trovero' il coraggio di far uscire alla luce. Che detto di un mucchietto di ceneri non è appropriato.
Posso tentare.... e se mi ribocciano?
E se poi l'Accademia trasloca?
E se durante il trasloco il cofanetto verde si rompe? No eh! essere spazzata via dall'Accademia no mai più!"
Anna, non solo superò gli esami dell'Accademia e si cimentò con successo in ruoli seri e drammatici; ma una volta stretto il sodaliziozio col "Trio" Marchesini-Lopez-Solenghi,  inventarono un nuovo modo di far ridere gli italiani.
Addio alla Signorina Carlo, alla sessuologa Merope Generosa, alla Sora Flora, alla cameriera secca dei signori Montagné e soprattutto alla bella figheira, alla Monaca di Ponza, alla Lucia manzoniana del piccolo schermo.
Donna ironica e intelligente, attrice, autrice e scrittrice; grazie a lei il "Trio" ha prolificato successi dopo successi.  Oggi diciamo addio anche ad una donna eccezionale, come attrice comica, come amica ( a detta di Lopez e Solenghi) e come donna che ha vissuto la sua malattia con dignità fino in fondo; senza mai perdere il gusto dell'ironia.
Racconta al funerale Tullio Solenghi che ogni tanto le telefonava e l'aveva recentemente sentita:
- Come intitolerai il tuo quarto libro?
-" È arrivato l'arrotino", questo sarà il titolo.
- Ma che razza di titolo è?
 e lei:
- Perché mentre scrivo, apro la finestra e, al di là dei rumori di auto, la voce ricorrente che mi arriva è quella dell'arrotino. E per me inizia bene la giornata.
Ha detto il suo parroco :  “È stata una grande persona, ha indossato tante maschere facendoci ridere, ma rimanendo sempre sé stessa. L’arte più bella che ci ha insegnato è stata quella di vivere”.
Già me la immagino quando entrerà in Paradiso e chiederà permesso dicendo: " Siccome che so' cecata..." e tutti gli angeli scoppieranno a ridere.

Addio, Anna, ci mancherai!

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