giovedì 24 gennaio 2013

Le armi in America vanno via come il pane.


Un uomo entra in un’armeria piena zeppa di pistole e fucili di ogni tipo, inizia a guardare le armi  e chiederne caratteristiche e prezzi; poi tira fuori la carta di credito e compra: un fucile Bushmaster XM-15, una pistola Glock- 17, un grosso revolver tipo pistolero western e un fucile d’assalto AK- 47, mette tutto in grosso borsone assieme a centinaia di cartucce e va via come se nulla fosse. Questo non sarebbe possibile in qualsiasi altro paese occidentale, dove le armi sono esclusivo appannaggio delle forze armate; ma siamo in USA e qui le armi fanno parte integrante della cultura americana sia come mezzo di difesa che come forma di svago, tanto da essere consacrate nel secondo emendamento della costituzione. Cosa ne farà di quelle armi quell’uomo non è dato saperlo, potrà andare a caccia come sparare ai passanti, l’armiere vende solamente e non fa domande. Dove custodiscono queste armi gli americani? Ma in giro per casa, alla portata dei figli e magari qualcuno di essi un po’ schizzato decide di giocare a  fare Rambo e si rende protagonista di atroci misfatti, come quello accaduto lo scorso dicembre in una scuola elementare di Newtown (Connecticut), dove un ventenne ha fatto irruzione armato di fucile, uccidendo 28 persone e proprio in questi giorni, sempre negli USA, un quindicenne ha ucciso la madre e tre fratelli, facendo divampare la polemica sulle armi facili. La questione principale verte infatti sulla semplicità con cui è possibile in alcuni stati americani acquistare pistole e fucili potenti e il fatto di poterli addirittura comprare con lo sconto grazie alla rete; assume ora dei toni grotteschi. Obama ha chiesto di ripristinare il bando delle armi da fuoco automatiche (già introdotto da Clinton e poi abrogato da Bush), i controlli sull’identità dei compratori ed ha annunciato ventitrè direttive presidenziali che limiteranno l’acquisizione di alcune armi.  Ma il cuore delle sue proposte richiede l’approvazione legislativa e non sarà facile. Le leggi sulle armi da fuoco dividono l’America: da una parte quelli che interpretano coraggiose le direttive di Obama, anche se in realtà si tratta di azioni sensate tipiche di tutti i Paesi civilizzati; dall’altra coloro come la National Rifle Association, una potente lobby che si vanta di battersi per un diritto sociale alla sicurezza ed agisce in favore dei detentori delle armi da fuoco negli Stati Uniti e considera coloro che vogliono limitarne l’uso come nemici del secondo emendamento. Morale della favola, questo mese sono stati circa 3 milioni gli americani ad aver presentato le carte per il permesso, facendo registrare un balzo del 49 per cento rispetto al dicembre scorso e sono corsi in tanti a fare incetta di armi, per paura delle restrizioni. Se il possesso e il porto di un’arma costituisce un diritto civile, trasformando una società in una fortezza dove tutti sarebbero armati; non m’interessa quest’America.
Buona vita!
maestrocastello

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