Un uomo entra in un’armeria piena zeppa di pistole e fucili
di ogni tipo, inizia a guardare le armi
e chiederne caratteristiche e prezzi; poi tira fuori la carta di credito
e compra: un fucile Bushmaster XM-15, una pistola Glock- 17, un grosso revolver
tipo pistolero western e un fucile d’assalto AK- 47, mette tutto in grosso
borsone assieme a centinaia di cartucce e va via come se nulla fosse. Questo
non sarebbe possibile in qualsiasi altro paese occidentale, dove le armi sono
esclusivo appannaggio delle forze armate; ma siamo in USA e qui le armi fanno
parte integrante della cultura americana sia come mezzo di difesa che come
forma di svago, tanto da essere consacrate nel secondo emendamento della
costituzione. Cosa ne farà di quelle armi quell’uomo non è dato saperlo, potrà
andare a caccia come sparare ai passanti, l’armiere vende solamente e non fa
domande. Dove custodiscono queste armi gli americani? Ma in giro per casa, alla
portata dei figli e magari qualcuno di essi un po’ schizzato decide di giocare
a fare Rambo e si rende protagonista di
atroci misfatti, come quello accaduto lo scorso dicembre in una scuola
elementare di Newtown (Connecticut), dove un ventenne ha fatto irruzione armato
di fucile, uccidendo 28 persone e proprio in questi giorni, sempre negli USA,
un quindicenne ha ucciso la madre e tre fratelli, facendo divampare la polemica
sulle armi facili. La questione principale verte infatti sulla semplicità con
cui è possibile in alcuni stati americani acquistare pistole e fucili potenti e
il fatto di poterli addirittura comprare con lo sconto grazie alla rete; assume
ora dei toni grotteschi. Obama ha chiesto di ripristinare il bando delle armi
da fuoco automatiche (già introdotto da Clinton e poi abrogato da Bush), i
controlli sull’identità dei compratori ed ha annunciato ventitrè direttive
presidenziali che limiteranno l’acquisizione di alcune armi. Ma il cuore delle sue proposte richiede
l’approvazione legislativa e non sarà facile. Le leggi sulle armi da fuoco
dividono l’America: da una parte quelli che interpretano coraggiose le
direttive di Obama, anche se in realtà si tratta di azioni sensate tipiche di
tutti i Paesi civilizzati; dall’altra coloro come la National Rifle
Association, una potente lobby che si vanta di battersi per un diritto sociale
alla sicurezza ed agisce in favore dei detentori delle armi da fuoco negli
Stati Uniti e considera coloro che vogliono limitarne l’uso come nemici del
secondo emendamento. Morale della favola, questo mese sono stati circa 3
milioni gli americani ad aver presentato le carte per il permesso, facendo
registrare un balzo del 49 per cento rispetto al dicembre scorso e sono corsi
in tanti a fare incetta di armi, per paura delle restrizioni. Se il possesso e
il porto di un’arma costituisce un diritto civile, trasformando una società in
una fortezza dove tutti sarebbero armati; non m’interessa quest’America.
Buona vita!
maestrocastello
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