giovedì 3 gennaio 2013

Un bosco nella mano.


Ho ancora nella mente le immagini surreali del video dello scorso inverno:”Al mio paese nevica” che mostrano un paese, la nostra Sant’Agata, che appare come un vero incanto ammantata di neve. Quanta poesia sgorga dalle nostre parti e a tanti sembra non interessare. Il profumo dei monti, il fiato delle colline, la calma delle pianure sono ormai divenuti dettagli e a nessuno viene il sospetto che non tutto è nostro, che il mondo è acceso per tutti e non solo per chi crede di avere l’interrutore fra le mani. Ci scordiamo che questo mondo non l’abbiamo ereditato dai nostri padri, ma ricevuto solo in prestito dai nostri figli. In politica, l’ecologia dovrebbe essere la base di tutto, l’impulso di ogni azione e invece resta il contentino da regalare ai benpensanti. Più che a Monti e Berlusconi, dovremmo prestare attenzione all’incanto silenzioso del nascere di una rosa. Prima che essere pianificato, il mondo dovrebbe essere amato e custodito e non c’è bisogno di correre, che per la troppa fretta non apprezziamo abbastanza tesori come i nostri paesi dell’infanzia che rischiamo di compromettere per sempre. Più che della crescita, questo nuovo, dovrebbe essere l’anno dell’attenzione, attenzione per le cose semplici che fanno bella una vita, come il sorgere del sole, il crescere dei nostri ragazzi in una natura incontaminata, in stradine fatte di sassi o davanti ad un muro scrostato. Non abbiamo bisogno di granchè, abbiamo bisogno di contadini, di persone che sappiano fare il pane, gente che ama gli alberi, capace di godere di un tramonto, che sa riconoscere un vento, gente semplice che dice: “che bello, ha smesso di piovere, usciamo!”, gente che raccoglie una semplice foglia caduta per terra con la formichina ancora attaccata ed è convinto di avere un bosco nella mano.
Buona vita!
maestrocastello



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