L'annuncio storico di
papa Benedetto è uno di quegli eventi che caratterizzano un secolo e questo
spiega il perché dei sentimenti di stupore e smarrimento che in queste ore
stanno percorrendo l’animo della gente. Capisco che quasi a metà di un febbraio che
si trascinava tranquillo, a parte l’eco stanca di una politica fatta di tante chiacchiere, ti va a capitare una notizia che ha dell’incredibile: un papa
che si dimette! E’ una notizia che fa storia e che modifica la figura dei papi
che verranno. Il pensiero va subito al “gran rifiuto” di Celestino V (oltre
settecento anni fa) che eletto papa quasi ottantenne, rinunciò alla carica dopo
solo 4 mesi dall’incoronazione (13 dicembre 1294). Pensate che Dante Alighieri
ebbe a dire di lui: “colui che per viltade fece il gran rifiuto”. Come cambiano
i tempi! Oggi si parla di papa Celestino come di un uomo di straordinaria fede
e forza d’animo, esempio di umiltà e buon senso. L’altro caso riguarda Gregorio
XII, papa dal 19 dicembre 1406 al 4 luglio 1415, che rinunciò al pontificato e
si ritirò a Recanati, dove morì due anni più tardi. Sento tante malignità nei
commenti sul web: chi parla di malattie, o peggio ancora, di scandali che
avrebbero provocato l’abbandono. Credo che ci vorrebbe più rispetto per un papa
che in fondo è anche un uomo e questo
annuncio dev’essergli costato sofferenza. Quest’uomo ci dà la dimensione della
sua umiltà e del suo coraggio. Eravamo abituati a papi allettati da malattie e vecchiaia che dovevano resistere fino alla morte, di cui
sentivamo solo la voce che pareva arrivare dall’oltretomba; la Santa Sede era come vacante ed il potere lo esercitavano gli altri; ora i tempi sono
mutati e la chiesa non può rimanere inattiva . Apprezziamo l’atto di un papa
ancora lucido di mente che ha la consapevolezza di essere limitato nel fisico e
di non poter più dare quelle energie
che occorrono ad una Chiesa moderna. Già dai primi discorsi aveva detto che“ il pontefice deve far
risplendere la luce di Cisto, non la propria”. La guida della Chiesa è Gesù,
del quale il Papa è “soltanto” il vicario. La Chiesa non ha bisogno di un solo
uomo, la chiesa ha bisogno di tutti; anche di uomini coraggiosi come questo
papa tedesco che sa riconoscere i limiti umani e non se ne vergogna. Non resta
che affidarci alla preghiera ed aspettare che dopo il 28 febbraio il segno di
Dio si palesi in una nuova fumata di speranza per una Chiesa che sia al passo
coi tempi. E Papa Benedetto che farà?
Forse andrà in convento e passerà le sue giornate assorto in preghiera e
immerso nei suoi studi profondi che hanno caratterizzato tutta la sua vita e
noi lo ricorderemo mentre twitta con i giovani e resterà sempre il nostro papa
dal cognome duro, ma dall’animo tenero.
Buona vita!
maestrocastello
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