venerdì 22 febbraio 2013

l'unica possibilità di cambiare le cose è andare a votare.


Ci siamo! Domenica e lunedì si vota e i dati dei mesi scorsi ci fanno prevedere che saranno in tanti quelli che non si recheranno alle urne. Il fenomeno dell’astensionismo è un cancro invasivo che sta dilaniando l’Italia, sempre più gente non intende più votare ed ha tutte le ragioni per farlo, a causa della corruzione che si evidenzia in tutti i partiti politici. Più che dalla crisi economica, il nostro Paese è afflitto dalla questione morale che vede sempre più politici che si appropriano di pubblico denaro, che fanno affari con la malavita e che usano la politica solo per fini personali, infischiandosene se chiudono le imprese e  se tanti perdono il posto di  lavoro. E’ forse un caso che alle regionali siciliane oltre il 40% degli elettori non s’è recato alle urne? E questa è storia di pochi mesi fa. Io, invece, andrò a votare perché votare mi è sempre piaciuto, lo considero un momento importante per la vita di una persona. E poi ho simpatia di ritornare in una scuola, in un’aula apparecchiata a seggio elettorale, i tabelloni appesi, i soldati che ti guardano, le schede che ti dà lo scrutatore con la matita copiativa e mi emoziono quando sono nella cabina che pare un confessionale:  metto le mie croci sempre sullo stesso partito da tanti anni, anche se  ha vinto poche volte; penso che se fosse una squadra di calcio, sarebbe a rischio retrocessione. Il succo della democrazia è la partecipazione e uno dei mezzi più importanti attraverso cui realizzare la propria partecipazione politica è proprio il voto. Sarà retorico, ma considero il voto il privilegio di vivere in democrazia, grazie a chi ha dato la propria vita per renderlo possibile. Se non si esprime il proprio voto, ha poco senso dopo lamentarsi dei partiti e della politica. Certo il sistema elettorale attuale non aiuta, le facce di tanti politici non rassicurano; ma  l’unica speranza di far cambiare rotta a questo Paese, credetemi, resta il  voto. La moralità pubblica si costruisce insieme, parte dai cittadini e si concretizza nei politici che ci rappresentano. Spesso le azioni distorte degli uomini pubblici  sono il riflesso dei nostri comportamenti privati sbagliati. Le ragioni di chi si astiene le sentiamo spesso: 1) Tanto il mio voto non conta nulla  (chiedetelo a quelli che votarono al referendum del 1946! Non esistono voti utili o voti che contano più di altri; i voti sono tutti uguali e tutti importanti). 2) Tanto sono tutti uguali (informati sui programmi e sulle persone, fatti un giudizio e solo dopo potrai decidere). 3) Non mi riconosco in nessun partito (Cercare il partito ideale è come cercare la donna ideale;  se si guarda solo le cose che dividono e non quelle che accomunano c’è il rischio di rimanere da soli. 4) Se io mi astengo lancio un messaggio (Prima dici che il tuo voto espresso non conta nulla e poi quello inespresso dovrebbe addirittura contenere dei messaggi? Stai facendo il gioco del nemico e non te ne rendi conto. Se votassero solo 3 persone, deciderebbero per 65 milioni di italiani solo quelle 3 persone. Se non voti sarai solo una riga in fondo ad un registro, ma quella riga non esprime nulla, mentre quelli sopra, che hanno votato, avranno deciso per te. Il voto è segno di democrazia. Dice un detto: la differenza tra una democrazia e una dittatura è che in democrazia prima voti e poi prendi le decisioni; in una dittatura non devi perdere tempo a votare.
Buona vita!
maestrocastello

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