Ci
siamo! Domenica e lunedì si vota e i dati dei mesi scorsi ci fanno prevedere
che saranno in tanti quelli che non si recheranno alle urne. Il fenomeno
dell’astensionismo è un cancro invasivo che sta dilaniando l’Italia, sempre più
gente non intende più votare ed ha tutte le ragioni per farlo, a causa della
corruzione che si evidenzia in tutti i partiti politici. Più che dalla crisi
economica, il nostro Paese è afflitto dalla questione morale che vede sempre
più politici che si appropriano di pubblico denaro, che fanno affari con la
malavita e che usano la politica solo per fini personali, infischiandosene se
chiudono le imprese e se tanti perdono
il posto di lavoro. E’ forse un caso che alle regionali siciliane oltre il 40% degli
elettori non s’è recato alle urne? E questa è storia di pochi mesi fa. Io,
invece, andrò a votare perché votare mi è sempre piaciuto, lo considero un
momento importante per la vita di una persona. E poi ho simpatia di ritornare
in una scuola, in un’aula apparecchiata a seggio elettorale, i tabelloni
appesi, i soldati che ti guardano, le schede che ti dà lo scrutatore con la
matita copiativa e mi emoziono quando sono nella cabina che pare un
confessionale: metto le mie croci
sempre sullo stesso partito da tanti anni, anche se ha vinto poche volte; penso che se fosse una squadra di calcio,
sarebbe a rischio retrocessione. Il succo della democrazia è la partecipazione
e uno dei mezzi più importanti attraverso cui realizzare la propria partecipazione
politica è proprio il voto. Sarà retorico, ma considero il voto il privilegio
di vivere in democrazia, grazie a chi ha dato la propria vita per renderlo
possibile. Se non si esprime il proprio voto, ha poco senso dopo lamentarsi dei
partiti e della politica. Certo il sistema elettorale attuale non aiuta, le
facce di tanti politici non rassicurano; ma l’unica speranza di far
cambiare rotta a questo Paese, credetemi, resta il
voto. La moralità pubblica si costruisce insieme, parte dai cittadini e
si concretizza nei politici che ci rappresentano. Spesso le azioni distorte degli uomini pubblici sono il riflesso
dei nostri comportamenti privati sbagliati. Le ragioni di chi si astiene le
sentiamo spesso: 1) Tanto il mio voto non conta nulla (chiedetelo a quelli che votarono al
referendum del 1946! Non esistono voti utili o voti che contano più di altri; i
voti sono tutti uguali e tutti importanti). 2) Tanto sono tutti uguali (informati
sui programmi e sulle persone, fatti un giudizio e solo dopo potrai decidere).
3) Non mi riconosco in nessun partito (Cercare il partito ideale è come
cercare la donna ideale; se si guarda
solo le cose che dividono e non quelle che accomunano c’è il rischio di
rimanere da soli. 4) Se io mi astengo lancio un messaggio (Prima dici
che il tuo voto espresso non conta nulla e poi quello inespresso dovrebbe
addirittura contenere dei messaggi? Stai facendo il gioco del nemico e non te
ne rendi conto. Se votassero solo 3 persone, deciderebbero per 65 milioni di
italiani solo quelle 3 persone. Se non
voti sarai solo una riga in fondo ad un registro, ma quella riga non esprime
nulla, mentre quelli sopra, che hanno votato, avranno deciso per te. Il voto è
segno di democrazia. Dice un detto: la differenza tra una democrazia e una
dittatura è che in democrazia prima voti e poi prendi le decisioni; in una
dittatura non devi perdere tempo a votare.
Buona
vita!
maestrocastello
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