La crisi corre nel nostro Paese e si lascia dietro uno
sciame sismico, scosse per le famiglie, per le istituzioni e, soprattutto, per
gli anziani: è il dramma silenzioso delle fasce più deboli della
popolazione, un milione e seicentomila pensionati costretti a vivere con la
pensione sociale, incapaci di far fronte ad una situazione di crisi economica
che li vede le prime vittime sacrificali del sistema. La situazione è
preoccupante: se non ci sono i soldi per l’affitto e medicine, si tagliasui
generi di prima necessità e l’alimentazione è la prima a risentirne. Ci
troviamo con anziani che non sanno più cosa siano frutta e verdura, per non
parlare di carne rossa e ogni tanto le cronache riportano il caso di qualche
anziano sorpreso a rubare per fame (i furti nei supermercati sono aumentati del
210 per cento dal 2009) o addirittura a rovistare nei cassonetti della
spazzatura in cerca di cibo. Qualche riga sui giornali per vendere una copia in
più e queste notizie, invece di indurci a riflettere; finiscono subito
nel dimenticatoio.Nessuno affronta la grave situazione con la serietà che
meriterebbe per fare qualcosa per questa gente che non ha la forza fisica per
protestare, non ha macchine per bloccare le strade, non ha internet, non sa
usarlo e comunque non se lo potrebbe permettere: questi sono i nostri nonni, i
nostri anziani genitori, sono la fascia più debole della popolazione che non ha
voce, dimenticati da tutti. Oggi tocca a loro e un domani potrebbe toccare
anche a noi! Non fa nulla il governo, non lo fanno i partiti e neppure i
sindacati, non lo fa la stragrande maggioranza della gente, vittima anch’essa
della portata di questa crisi generalizzata. Un problema che non ci riguarda
personalmente, sembra che non esiste: ditemi se la nostra società può definirsi
civile. Lasciare che gli anziani muoiano di fame per strada o vadano a rubare
un pollo al supermercato, quando spesso queste persone vivrebbero anche con
meno di cinque-dieci euro al giorno e un tetto sulla testa; tutto ciò è
semplicemente da criminali. Mentre noi denunciamo lo stato di grave disagio
economico di queste persone che si trovano ad affrontare il quotidiano in una
condizione di sopravvivenza, ci dobbiamo sorbire dalle televisioni e i loro
salottini le discussioni se aiutare un’attrice oppure no, se ce la fa un
parlamentare a campare col solo stipendio di undicimila euro, rinunciando alla
diaria o, peggio ancora, ci si vanta di togliere il doppio stipendio ad un
parlamentare che è pure ministro. Vorrei far provare per un mese a questa gente
a mettersi in fila alla mensa della Caritas, al disagio che si prova nel timore
di incontrare qualcuno che ti conosce, sulle labbra un sorriso e saper di dover
dire grazie, negli occhi il magone e in fondo all’anima tanta rabbia: quel cibo
caccia la fame, ma ha un sapore amaro; ha il sapore della dignità perduta. Lo
dovrebbero provare anche loro per capire gli anziani.
Buona vita!
maestrocastello
Buona vita!
maestrocastello
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