sabato 11 maggio 2013

La dignità degli anziani.


La crisi corre nel nostro Paese e  si lascia dietro uno sciame sismico, scosse per le famiglie, per le istituzioni e, soprattutto, per gli anziani: è il dramma  silenzioso delle fasce più deboli della popolazione, un milione e seicentomila pensionati costretti a vivere con la pensione sociale, incapaci di far fronte ad una situazione di crisi economica che li vede le prime vittime sacrificali del sistema. La situazione è preoccupante: se non ci sono i soldi per l’affitto e medicine, si tagliasui generi di prima necessità e l’alimentazione è la prima a risentirne. Ci troviamo con anziani che non sanno più cosa siano frutta e verdura, per non parlare di carne rossa e ogni tanto le cronache riportano il caso di qualche anziano sorpreso a rubare per fame (i furti nei supermercati sono aumentati del 210 per cento dal 2009) o addirittura  a rovistare nei cassonetti della spazzatura in cerca di cibo. Qualche riga sui giornali per vendere una copia in più e  queste notizie, invece di indurci a riflettere; finiscono subito nel dimenticatoio.Nessuno affronta la grave situazione con la serietà che meriterebbe per fare qualcosa per questa gente che non ha la forza fisica per protestare, non ha macchine per bloccare le strade, non ha internet, non sa usarlo e comunque non se lo potrebbe permettere: questi sono i nostri nonni, i nostri anziani genitori, sono la fascia più debole della popolazione che non ha voce, dimenticati da tutti. Oggi tocca a loro e un domani potrebbe toccare anche a noi! Non fa nulla il governo, non lo fanno i partiti e neppure i sindacati, non lo fa la stragrande maggioranza della gente, vittima anch’essa della portata di questa crisi generalizzata. Un problema che non ci riguarda personalmente, sembra che non  esiste: ditemi se la nostra società può definirsi civile. Lasciare che gli anziani muoiano di fame per strada o vadano a rubare un pollo al supermercato, quando spesso queste persone vivrebbero anche con meno di cinque-dieci euro al giorno e un tetto sulla testa; tutto ciò è semplicemente da criminali. Mentre noi denunciamo lo stato di grave disagio economico di queste persone che si trovano ad affrontare il quotidiano in una condizione di sopravvivenza, ci dobbiamo sorbire dalle televisioni e i loro salottini le discussioni se aiutare un’attrice oppure no, se ce la fa un parlamentare a campare col solo stipendio di undicimila euro, rinunciando alla diaria o, peggio ancora, ci si vanta di togliere il doppio stipendio ad un parlamentare che è pure ministro. Vorrei far provare per un mese a questa gente a mettersi in fila alla mensa della Caritas, al disagio che si prova nel timore di incontrare qualcuno che ti conosce, sulle labbra un sorriso e saper di dover dire grazie, negli occhi il magone e in fondo all’anima tanta rabbia: quel cibo caccia la fame, ma ha un sapore amaro; ha il sapore della dignità perduta. Lo dovrebbero provare anche loro per capire gli anziani.
Buona vita!
maestrocastello

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