domenica 13 aprile 2014

Jesus.

I riti che anticipano la Pasqua sono molteplici e tutti densi di un significato profondo che ogni bravo cristiano deve saper cogliere e non  fermarsi solo all’aspetto coreografico delle tante funzioni religiose di questi giorni che sono senz’altro toccanti. Ma io mi raccolgo in preghiera! Dirà qualcuno. Non basta! la preghiera deve potersi tradurre sempre in gesti concreti per avere una sua valenza; altrimenti recitiamo la parte  dei ciarlatani, siamo cristiani solo a chiacchiere. Tanti che si definiscono cristiani praticano poco il Vangelo ed è per  questo che oggi la strada di Gerico è così poco battuta. Recitiamo meccanicamente le preghiere, ma poi non le mettiamo in pratica.
“Come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Ma noi, i nostri debiti, li rimettiamo veramente ai nostri debitori? Il nostro pane quotidiano, siamo capaci di condividerlo con i nostri fratelli? Siamo capaci di perdonare un’offesa? La fede, per chi ci crede, è una roba seria, ad essa dobbiamo conformare la nostra vita;  seguire un atteggiamento da vero cristiano; altrimenti, andare in chiesa diventa come andare a teatro e battersi il petto non servirà a nulla. I riti della Pasqua sono momenti di riflessione  e di preghiera, ma preghiera partecipata. "Fides sine operibus,mortua est" (la fede è cosa vana senza le opere))
Passiamo dalle parole ai fatti e sarà una Pasqua completa.
Buona vita!
maestrocastello

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