giovedì 24 aprile 2014

la Madonna nera di Foggia, tra fede e folklore

L'Incoronata di Foggia vanta una tradizione antichissima che risale addirittura all'anno mille. Il conte d'Ariano, appassionato cacciatore,  fu colto dal buio e passò la notte in un casolare nel folto della foresta, nei pressi del fiume Cervaro. Una luce vivissima attraversò la selva. Il conte attratto dal chiarore, giunse ai piedi di un albero dalla cui sommità una misteriosa Signora, avvolta in aura sfolgorante, gli indicava una statua poggiata fra i rami di una quercia. Nello stesso tempo un contadino che si recava al lavoro con i suoi buoi, tale Strazzacappa, alla vista della Signora, capì subito di essere in presenza della Vergine Santissima, prese il paiolo che gli serviva per il magro pasto giornaliero, vi versò dal cornetto la razione d'olio d'oliva che avrebbe dovuto bastargli per tutto il mese, e, fatto un rozzo stoppino, l'accese in onore della Madonna.

Il nobile conte di Ariano fece costruire una cappella che poi divenne un Santuario famoso che durante il passato millennio è stato luogo continuo d'incontro e di fede di di pellegrini devoti a Maria. La storia di questo luogo ha avuto alterne vicende, di grande splendore e di totale abbandono.

La basilica odierna è stata realizzata negli anni '60 su progetto di Luigi Vagnetti ed oggi si erge solitaria nell'antico bosco di querce a vegliare sul Tavoliere delle Puglie, ricco di grani, olivi e vigneti. Moderno e antico si fondono insieme mirabilmente in una continuità spirituale. Il santuario conserva gelosamente tutto un patrimonio di tradizioni legate al particolare culto della Madonna, come la vestizione della Madonna che avviene il mercoledì precedente l’ultimo sabato di aprile, la Cavalcata degli Angeli che si svolge il venerdì successivo alla vestizione della statua. Una tempo la gente umile si esprimeva più con la plasticità dei gesti che con le parole, oggi i pellegrini si esprimono con più sobrietà. I pellegrini di una volta, quando arrivavano al ponte sul Cervaro, usavano togliersi i calzari e percorrere gli ultimi due chilometri a piedi nudi.

Ora questa usanza, insieme ad altre pratiche penitenziali più o meno spettacolari, non c’è più.E’ rimasto il triplice giro che ogni compagnia compie intorno al Santuario, come un chiedere permesso alla Vergine, prima di essere ammessi al Suo cospetto. Suggestiva è la Cavalcata degli Angeli che serve a ricordare il tripudio di quella lontana notte dell'anno mille , in cui la Vergine apparve al conte d'Ariano e all'umile Strazzacappa: cavalli superbamente bardati, ornati di lustrini e sonagliere, insieme a centinaia di fanciulli vestiti da angeli, da santi e da fraticelli girano per tre volte intorno al santuario in mezzo a decine di migliaia di fedeli che accompagnano il corteo col canto di antiche laudi; insomma, un mixer di folklore e di fede.

maestrocastello

24 aprile 214

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