sabato 19 aprile 2014

Una vita che non conosce tramonto.

Non c'è dubbio: la crocifissione è il soggetto più rappresentato nella storia dell'arte. È ovvio: la Croce è il simbolo del cristianesimo, ma è anche un soggetto drammatico e spettacolare che stimola gli artisti a dare il meglio di sé. L'altro evento più importante della fede cristiana, invece, è forse quello meno rappresentato: la Resurrezione. Va anche detto che per un artista rappresentare la Resurrezione di Cristo è un'impresa complicata. I vangeli riportano nel dettaglio i momenti della morte, ma non c'è una riga su come sia avvenuto il Suo ritorno alla vita. Ci sono i racconti del ritrovamento della tomba vuota, delle apparizioni ai discepoli; ma della pietra che rotola via dal sepolcro c'è il buio fitto. Forse è per questo che gli artisti hanno immaginato la scena come un'esplosione di luce, con la figura di Gesù che si alza nell'arIa, sopra la tomba; mentre le guardie stramazzano a terra per lo spavento. Piero della Francesca ha scelto una strada diversa. Nessun Gesù volante, niente effetti speciali; la Resurrezione è un risveglio. Cristo esce dalla sua tomba in modo silenzioso, il corpo porta i segni del martirio, ma si erge in modo imponente e tranquillo, tanto che le guardie nemmeno se ne accorgono e continuano a dormire. Il Cristo risorto di Piero della Francesca è una soglia che porta il ritorno nel mondo, quel piede appoggiato al sarcofago segna un prima e un dopo. Il Suo corpo glorioso che glorfica il creato. Se guardiamo gli alberi alle Sue spalle: a sinistra sono spogli, secchi, smorti in un inverno senza luce; a destra esplodono di luce, in una vita che non conosce tramonto.
Benvenuto alla vita, buona Pasqua di Resurrezione!

maestrocastello


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