giovedì 21 gennaio 2016

Addio, maestro!

I grandi artisti non muoiono mai, è il mondo, casomai, che muore un po' senza di loro. L'ultimo grande maestro del cinema italiano ci ha lasciato: Ettore Scola, classe 1931, avellinese di Trevico, paesino oa due passi dalla mia Sant'Agata di Puglia, dove è stato molte volte a far visita a sua sorella, maritata con un santagatese. 
 "Io sono nato a Trevico in provincia di Avellino, ma al confine, vicino Sant'Agata di Puglia, sono cresciuto con il castello pugliese davanti agli occhi. Scola era incantato alla vista del nostro castello imperiale, forse anche perché proprio nel nostro castello abitava sua sorella col marito. 
Ettore Scola era una meraviglia di uomo e di artista, per lui il cinema era un'arte e un mezzo che può cambiare il costume della gente e l'ha sempre interpretato in tal senso. Utilizzando un linguaggio profondo ma lieve,  il suo cinema ha raccontato un'Italia che si riscattava dal fascismo e cercava di dimenticare la guerra, un'Italia in continuo cambiamento. Ha saputo tratteggiare tutti i tipi di italiani, dando voce anche a quelli che, dati i tempi, non ne avevano.
Il suo cinema è stato un cinema di impegno civile, attraverso un linguaggio mai urlato, ha tratteggiato un paese con tutte le sue bellezze e le sue storture; comunque sempre voglioso di farcela. 
Nei suoi capolavori ha rifuggito dagli stereotipi, celebrando senza retorica i sentimenti che allocano spesso nell'animo semplice.
Amico, non solo regista, dei più grandi: Sordi, Manfredi, Magnani e Gasman e, soprattutto Mastrianni e Troisi, con loro la vita di ogni giorno già era un film. 
La "Famiglia" non è solo un suo film, ma uno scrigno dove sono racchiusi i nostri ricordi più cari, l'album di famiglia che ogni tanto prenderemo dal cassetto per ricordarlo.


Addio, maestro!

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