mercoledì 7 gennaio 2009

23 luglio. Mia madre.

Soverchie volte ho pensato a mia madre o almeno ho tentato, da quel luglio fatale, quando ci ha dovuto lasciare perché corrosa dal male. Ogni volta ho dovuto esorcizzare il pensiero per non essere travolto dalla sofferenza che sempre tale pensiero si portava dietro.
Ora che il tempo ha limato i ricordi, affronto con animo più sereno il pensiero di lei e non mi sento più tanto colpevole di non averle saputo palesare tutto l’amore che trattenevo dentro.
Il ricordo di lei lo accende la presenza sulla spiaggia degli anziani al seguito, immobili, sotto ombrelloni troppo stipati di oggetti e di persone che proiettano un’ombra troppo esigua per poter ritemprare persone come loro, così a lungo esposte al sole torrido della vita.
Guardo questi vecchi e il ricordo corre subito a lei , a mia madre, e me la figuro al mio fianco, sotto una distesa ombreggiata, a scambiarci quelle confidenze che non abbiamo mai avuto l’ardire di passarci. La vedo fra noi a gustarsi il mare e i bambini; sempre pronta a dare una mano in ogni faccenda, purchè non fosse davanti ai fornelli.
Mi illudo di poterle offrire una tregua ad una vita di stenti e alle troppe fatiche alle dipendenze di ben sei persone, quasi tutte di sesso maschile!
La vedo sorridere e mi gusto la scena; ma nel frattempo la vecchina dell’ombrellone accanto si è alzata e prende congedo dagli altri.Il ritorno improvviso al reale ha tarpato le ali al volatile che al mio interno già si stava librando. Allora faccio finta di nulla: rivolgo una muta orazione , ammicco a me stesso un amaro sorriso e mi concedo l’ennesimo bagno.
tratto da "Chiuso per ferie" di g.castello (1996).

3 commenti:

  1. Tante volte negli occhi azzurri di mio figlio rivedo quelli di mia madre e un sorriso sale sulle mie labbra ricordando il volto di lei.
    Peccato aver goduto così poco della sua compagnia, del suo amore e dei suoi silenzi eloquenti.
    Continuerò a vederla sempre negli occhi del mio piccolo uomo.

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  2. Non sempre il tempo la beltà cancella
    O la sfioran le lagrime e gli affanni;
    Mia madre ha sessant'anni,
    E più la guardo e più mi sembra bella
    De Amicis)

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  3. Vorrei poter cangiar vita con vita,
    Darle tutto il vigor degli anni miei,
    Veder me vecchio, e lei
    Dal sacrificio mio ringiovanita.
    (De Amicis)

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