venerdì 8 gennaio 2010

Odio la matematica! (prima parte)


Siamo stati tutti studenti e ciascuno di noi ha avuto predilezione per questa o quella disciplina d’insegnamento, ciò dovuto alla propria predisposizione naturale ed anche alle capacità dell’insegnante di riferimento ed al suo metodo d’insegnamento. Non è un segreto che la matematica, da sempre, risulti la materia più odiata dagli studenti. Vi siete mai chiesti il perché? Eppure non sapete quanta parte della nostra vita occupa la matematica e quanto siano importanti i numeri per il nostro mondo e per la formazione di un pensiero logico compiuto. Pensate al rapporto di ciascuno di voi con questo insegnamento che io sto già pensando al mio. Alle elementari il tormentone delle tabelline che proprio non volevano entrare tutte in testa: “sei per otto quarantotto, che bell’asino cotto”… che noia! Poi passavi ai problemi, sempre col contadino che portava uova a vendere al mercato e la mamma che comperava di tutto e tu eri nell’indecisione se a risolverlo ci volesse il più, il meno ; piuttosto che il diviso. E le figure degli insegnanti succedutisi negli anni? Da paura! In prima media avevo per docente un tizio con un occhio di vetro, nascosto dietro ad occhiali che erano fondi di bottiglia: mai un sorriso, mai una parola benevola e faceva sempre la media esatta delle votazioni. Alle superiori c’era don Peppe che chiamavamo “ l’untore”, non perché cospargesse la peste di Milano ; ma perché aveva l’abitudine di divorar panini, nascosto da un giornale quotidiano; mentre noi svolgevamo i compiti assegnati. Quando era l’ora di correggere gli elaborati aveva le mani tutte unte e lasciava puntualmente le sue impronte digitali sul foglio commerciale. Era uno spasso quando chiamava a correggere il malcapitato di turno: questi si sforzava a restar serio, mentre tutti gli altri eravamo sotto il banco a sbellicarci dalle risate! “Colpito!” era la frase di questi, quando ritornava al posto. Erano i tempi del ginnasio, dove la materia risultava secondaria a latino, greco ed italiano; almeno ci si divertiva! Allora mandavo tutto a memoria e con la piena sufficienza me la cavavo. La matematica? Non mi piaceva affatto! Che barba i teoremi! CVD…CDD (come volevasi dimostrare o come dovevasi dimostrare)…sigle che odiavo! Erano quelli i tempi di una didattica di stile formalistico- descritttivo della matematica e la gran parte degli allievi che formava rimanevano di frequente assai lontani dalla piena comprensione dei concetti di questa disciplina, anche se diversi di loro riuscivano a raggiungere un sufficiente addestramento nell'uso del simbolismo e nella relativa applicazione in alcune tecniche operative. Era facile che nell'insegnante si formasse l'illusione che gli allievi fossero riusciti ad elaborare un determinato concetto, anche se poi, in effetti, molti non l'avevano compreso affatto. Mai pensavo che diversi anni dopo mi sarei trovato dall’altra parte della barricata, proprio ad impartire lezioni dell’odiata matematica.
Buona vita!
Maestrocastello.

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