venerdì 4 giugno 2010

Lavorare stanca!


Un ricco industriale del Nord rimase sconvolto quando vide un pescatore del Sud tranquillamente appoggiato alla barca, intento a fumarsi la pipa. “Perché non sei uscito a pesca?” gli chiese l’industriale. “Perché per oggi ho pescato a sufficienza” rispose il pescatore.“ E perché non peschi più del necessario?” insistette l’industriale “E che cosa farei con i pesci in più?” chiese a sua volta il pescatore. “Guadagneresti più soldi”, fu la risposta, “in questo modo potresti dotare la tua barca di un altro motore, spingerti più al largo, e pescare più pesci. Così facendo, guadagneresti quel che ti basterebbe per comprarti una rete di nylon, con cui avresti ancora più pesci e più soldi. In men che non si dica potresti permetterti due barche… anzi una vera e propria flotta. Diventeresti ricco come me”. “E a quel punto che cosa farei?” tornò a chiedere il pescatore. “Potresti startene seduto e goderti la vita”, fu la risposta dell’industriale. “E che cosa credi che stia facendo in questo preciso momento?” rispose soddisfatto il pescatore.
(A.De Mello)
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“Per la riflessione.

“La nostra vita e’ quella che i nostri pensieri vanno creando”. Queste parole sono vere oggi come diciotto secoli fa, quando Marco Aurelio le scrisse nelle sue Meditazioni. I nostri pensieri sono la risultante di svariati fattori che concorrono tutti insieme a determinare le scelte che facciamo, i progetti di vita che perseguiamo. Che poi li raggiungiamo o meno, poco importa ; assorbono comunque una porzione importante del nostro tempo che è un tratto essenziale della nostra vita a cui abbiamo dato una destinazione specifica e del tempo che più nessuno ci renderà indietro. Se godersi la vita è l’obiettivo da perseguire, mi sembra che il pescatore e l’industriale seguano due scuole di pensiero distinte e contrapposte, entrambe del tutto discutibili. L’una, quella del pescatore, tutta improntata all’idea del minimo sforzo, votata alla filosofia dello stretto indispensabile e mi fa pensare al “bandolero stanco” in siesta permanente, all’ombra del suo sombrero capiente. Magari la vita fosse solo meditazione; presto capisci che devi muovere il culo e pedalare spesso in salita. L’industriale ti crea ansia già nel parlare. Mentre il pescatore ha un avanzo eccesivo di tempo, all’industriale sembra non bastare mai. Il suo godersi la vita è legato strettamente all’idea del fare soldi, incurante dell’eccesiva fatica, della mancanza di riposo, del tempo che impiegherà, delle persone care che la sera lo aspetteranno invano, del fatto che si renderà schiavo inconsapevole del proprio lavoro. Purchè si ottenga di far soldi, passerà sopra il cadavere di tanti. Chi impiega tempo solo a far soldi, difficilmente poi lo dedicherà a scopi diversi; fossero anche di puro svago. Occorre forse trovare una terza via, quella che sta giusto in mezzo tra l’ndustriale ed il pescatore. Passiamo metà della nostra vita, occupandola al lavoro, svolgendo spesso attività diverse da quelle desiderate; se non troviamo gioia nel nostro lavoro, non lo troveremo da nessuna altra parte. La chiave è in ognuno di noi, sta nella capacità di interessarci maggiormente a ciò che facciamo, nel saper vedere gli aspetti positivi anche di un lavoro intrapreso per caso. Ricordiamoci che con l’onesto lavoro non si è mai arricchito nessuno; perciò lasciamo stare le illusioni da “vincita al lotto” ed autoinduciamoci piuttosto al coraggio, alla gioia, alla forza ed alla pace. Solo un atteggiamento positivo verso la vita ti farà accettare anche un lavoro sgradito, ti sentirai meno stressato, otterrai promozioni ed aumenti di stipendio, ti stancherai molto meno e sarai più felice anche nel tempo libero. Ricorda che si lavora per vivere e non al contrario; altrimenti saremmo bestie da soma. Anche se necessario, il lavoro non è tutto nella vita; c'è dell'altro e in quell'altro c'è l'altra metà di ciascuno di noi.
Buona vita!
maestrocastello.

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