venerdì 30 marzo 2012

Tasche vuote.


Ma che tempi stiamo vivendo? Il governo Monti si sta  adoperando in un’operazione di pulizia minuziosa nelle tasche di operai, impiegati e pensionati; mentre chi sta meglio se la ride e deve solo evitare di ostentare troppo le proprie ricchezze mai dichiarate: Cortina insegna!  Nessuno crede più alla favola dei sacrifici distribuiti con equità. Se tutti dichiarassero tutto, non saremmo in Italia. E’ proprio di oggi la notizia che in dieci milioni non pagano l’irpef e che la metà degli italiani dichiara meno di 15 mila euro l’anno.  La casta dei politici, dei notai e farmacisti difende con le unghie e coi denti i propri privilegi e tanta povera gente rinuncia perfino a far la spesa tutti i giorni, pur di arrivare indenni al trenta del mese; non per niente  gli acquisti sono tornati ai livelli del 1978. La forza dell’Italia è stata da sempre la piccola e media impresa ed ora non passa giorno che un imprenditore non tenti di togliersi la vita, perché oberato dai debiti e col senso di colpa di mettere per strada i propri operai. L’economia pensa esclusivamente alla crescita e al guadagno e mai alla felicità dei lavoratori. Dentro una tuta c’è un uomo con dei sentimenti e dietro una scrivania c’è spesso un imprenditore prigioniero della propria impresa  a cui dedica 12 ore al giorno nei feriali e solo 4 nei festivi. Nessuno sa cosa succede quando per troppi mesi non arrivano commesse, quando i clienti non rispettano i tempi pattuiti per i pagamenti; quando le banche non sono più disposte a concedere quei prestiti che prima erano loro ad offrire. Non ci dormi la notte perché hai un’oppressione sul petto. Chi lo dice agli operai: “E’ finita!” , come fai a guardare negli occhi qualcuno che ha cercato  di costruire qualcosa insieme a te e dirgli: “Da domani te ne stai a casa!”. Cosa ci sta a fare lo Stato? E’ buono solamente a pretendere l’Iva anticipata sulle fatture in pronta cassa e quando è lui debitore;  puoi morire di fame. Che ci stanno a fare le banche  se non supportano le imprese, rifiutando fidi per coprire i costi di appena 2/3 mesi di attività?  L’alternativa di tanti disgraziati è chiudere le imprese o finire nelle mani degli avvoltoi che non ti mollano più. Ecco perché avvengono fatti come quello di Ozzano dell’Emilia, dove un piccolo imprenditore ha deciso di darsi fuoco davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate o la tragedia di qualche ora fa che ha visto un operaio di Verona compiere lo stesso gesto autodistruttivo, in quanto senza stipendio da oltre 4 mesi. Dalla crisi o si esce tutti insieme o si affonda. Sono sicuro che da questo periodo difficile ne uscirà un Paese diverso, più consapevole, più collaborativo. L’impegno generale sarà di scovare i furbetti, smascherare le caste, ridare dignità alla gente; offrendo prospettive di un futuro fatto di crescita e di coesione sociale, perché ciò che importa davvero è il bene delle Persone e non la stabilità dei Mercati.
Buona vita!
maestrocastello

1 commento:

  1. colotti.giovanni@alice.it2 aprile 2012 alle ore 07:56

    è possibile che continuino a fare orecchie da mercante ? è così difficile per loro capire come stiamo messi realmente??? ma dove vivono..su un altro pianeta?
    Che tristezza!!!

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