venerdì 5 novembre 2010

Giocare a far la guerra.

Proprio ieri ascoltavo le parole del ministro della difesa La Russa: “le nostre forze armate sono una vera eccellenza nel mondo”. Praticamente affermerebbe che il nostro esercito che negli ultimi vent’anni ha fatto solo atti di presenza nei vari conflitti in cui siamo stati coinvolti, quello che interveniva solo a guerra finita in Iraq ; ora sarebbe un prodotto che ci invidiano tutti; al pari dei vestiti di Valentino e di Armani o del parmigiano reggiano. Col pensiero sono andato all’Afganistan, l’unica guerra cui abbiamo partecipato attivamente con le nostre forze pur esigue. Tanto bastava a legittimare con la nostra sola presenza l’azione di forza dell’alleato americano. Allora si combatteva con la scusa di liberare il Kuwait, ma sappiamo che l’America mirava a gestirne il petrolio. Vi ricorderete tutti della figura barbina dei due piloti Bellini e Cucciolone, appena partiti e subito presi. Cosa è successo nel frattempo? I nostri soldati sono improvvisamente divenuti dei Rambo? Con l’abolizione dell’obbligo di leva, sembrava che stessimo concretizzando l’abbandono di ogni retorica militaresca; ma ecco rispuntare l’dea di introdurre brevi periodi da passare in caserma, una specie di stages in divisa. La convinzione è che le forze armate sono un carrozzone duro a morire che dà da mangiare a parecchi. La scuola la stanno sbracando, l'esercito no.Purtroppo spunta alla base l’eterna retorica di difesa di una patria che troppi politici calpestano e questa stessa retorica si rinnova ogni qualvolta viene ucciso qualche povero figlio di mamma che pensava di tornare indenne e con qualche euro in tasca, dalle cosiddette missioni di pace. Oggi è la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e non a caso è ritenuta da tanti una celebrazione anacronistica e retorica, che quasi ovunque è intesa non tanto come pacato ricordo ai caduti di tutte le guerre, quanto motivo di esaltazione di eserciti in armi, in barba all’articolo 11 della troppo dimenticata Costituzione Italiana che impegna: “a ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
Buona vita!
maestrocastello


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La prima guerra mondiale costo'
all'Italia 650 mila morti e un
milione di mutilati e feriti, molti
di piu' di quanti erano gli abitanti
di Trento e Trieste, i territori
ottenuti con la vittoria della
guerra, che erano gia' stati promessi
all'Italia dall'Austria in
cambio della non belligeranza

Il 4 novembre ripudiamo la guerra
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A Bussonelo (TO) una lapide cominciava con queste parole:
PER QUELLO CHE FU SOFFERTO
NELL'OZIO DEPRAVANTE DELLA CASERMA
SOTTO IL BASTONE DELLA SERVITU'
NEL LEZZO DELLE TRINCEE
NELLE VIGILIE DI MAGNIFICATE CARNEFICINE...
Essa fu distrutta nel 1921 dai fascisti.
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Il monumento ai caduti di Tolentino (MC),
distrutto dai fascisti nel 1922, recava questa lapide:
POSSA LA SANTITA' DEL LAVORO REDENTO
FUGARE E UCCIDERE PER SEMPRE
IL SANGUINANTE SPETTRO DELLA GUERRA
PER NOI E PER TUTTE LE GENTI DEL MONDO
QUESTA LA SPERANZA E LA MALEDIZIONE NOSTRA
CONTRO CHI LA GUERRA VOLLE E RISOGNA

1 commento:

  1. gpapaiani@infovia.com.ar6 novembre 2010 alle ore 01:37

    bravisismo Gianni! abbraccio a tutti la famiglia

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